Stefano Rossignoli 8 giugno 2009
Il Museo di Storia Naturale di Grandola e Uniti, merita almeno una visita…
Ho avuto la fortuna di fare una visita guidata molto speciale col curatore della sala di Paleontologia Attilio Selva che, oltre ad un amico è anche un competente Naturalista e conoscitore delle ‘sue’ zone tra cui lo splendido Parco della Val Sanagra. Da tempo volevo andare a visitare questi luoghi e ho approfittato di un giorno intero di ferie per esplorare un po’ la zona circostante a piedi e poi finire la giornata in Museo.
Con gli amici Sam e Tessi, sono andato fin sopra Valsolda e da lì, una camminata di 800m di dislivello in ambienti selvaggi, su sentieri poco segnati ma ben battuti, ci ha portato alla grotta della Noga. Qui si apre una cavità carsica (cioè formata dalla dissoluzione dell’acqua piovana sulle rocce calcaree) di 60m di lunghezza in cui sono stati trovati resti fossili di Ursus speleus, l’Orso delle caverne.
Questa grotta è stata scoperta molto tempo fa ed è stato fatto qualche scavo per estrarre i reperti durante il 1800.
Come tutti gli scavi di molto tempo fa non è stato fatto con criteri scientifici moderni ed il materiale non è più utile per la ricerca.
Resta comunque un ambiente affascinante e facilmente esplorabile senza troppi rischi. La grotta è alta, larga, luminosa. Basta mettere un caschetto per evitare di tirare capocciate sulla volta rocciosa e portarsi una torcia per poter guardare anche gli ultimi metri che sono i più belli…
Scesi di nuovo a Valsolda, ci siamo diretti a Grandola dove Attilio Selva ci aspettava per illustrarci le meraviglie del museo.
In effetti è incredibile come un paese così piccolo possa ospitare così tanto. Ci si trova subito catapultati indietro nel tempo, inizialmente solo di qualche anno attraversando la prima parte etnografica, per poi essere travolti dal passato vero e proprio!
La Val Sanagra ospita degli affioramenti di rocce del periodo carbonifero, siamo nell’era paleozoica, circa 300 milioni di anni fa. In questo periodo le foreste esistevano, ma erano profondamente diverse dalle attuali. Erano formate per lo più da parenti delle attuali felci ed equiseti, ma che superavano i 18m di altezza. A Grandola sono presenti i resti fossili di queste piante giganti del Paleozoico. Tenete presente che gli affioramenti paleozoici in Italia sono piuttosto rari e concentrati in pochissimi luoghi e Grandola è uno di questi.
Un’altra cosa incredibile è la quantità e la bellezza dei pesci fossili che risalgono al Triassico. Questo è un periodo particolare, in cui i pesci si differenziano in molteplici forme, generi e specie, tanto da fornire ancora tantissimo materiale di studio ai paleontologi che se ne occupano. Per questo motivo è tutt’ora in corso una collaborazione con il paleontologo Andrea Tintori dell’Università degli Studi di Milano.
Si arriva poi alla sezione zoologica in cui spicca il Grifone, per poi arrivare ai diorami e vetrine ambientate in cui sono ricostruiti gli ambienti dell’alta, media e bassa valle.
Questi hanno dell’incredibile per la loro fedeltà agli ambienti originali e meritano quanto quelli del Museo di Storia Naturale di Milano…
La visita si è conclusa con una bella chiacchierata amichevole e un arrivederci a presto!
Per saperne di più: – www.museovalsanagra.it –