Stefano Rossignoli – 11 febbraio 2014
In collaborazione con RADAR, il trimestrale del CAI Corsico
Settore didattico di Via Celoria 20, aula 100. Corso di Geografia Fisica.
Era il 1995 quando, durante il secondo semestre del mio primo anno di “Scienze Naturali” all’università di Milano, si presentò il professor Claudio Smiraglia a tenere la prima lezione e poi tutte le successive.
Assolutamente ignaro di cosa mi aspettasse, alla fine delle due ore ero uno degli studenti più felici di Milano e dintorni.
Avevo capito che avrei dovuto studiare i Ghiacciai all’università!
E per uno come me, cresciuto sotto i ghiacciai del Monte Bianco per tre mesi all’anno fino alla mia adolescenza e che contava il tempo dell’estate con il numero di crolli di seracchi del Ghiacciaio della Brenva come fossero il ticchettio di uno strano orologio, potete immaginare cosa potesse significare…
Durante e dopo il corso il Professor Smiraglia diventò un modello per molti studenti me compreso e con un gruppetto ristretto di amici lo seguimmo finché potemmo nelle uscite didattiche sul Ghiacciaio dei Forni.
A distanza di parecchi anni dalla mia Laurea, nonostante mi sia poi occupato soprattutto di sassi e animali morti e fossilizzati, non si è mai spenta l’ammirazione nei suoi confronti e la passione per i ghiacciai.
Chiacchierando col guest blogger Davide Bertè sui piani futuri per scienzafacile.it ho anche espresso il desiderio di intervistare il professore.
Così, un pomeriggio, sono andato a trovarlo nel suo ufficio chiedendogli un appuntamento per un’intervista a nome del sito internet e di RADAR (il trimestrale del CAI di Corsico col quale collaboro da quest’anno) e la risposta è stata:”Quando vuoi!”.
Entusiasta, ho subito avvisato i redattori di Radar e mi sono organizzato per l’intervista.
Così, martedì 11 febbraio 2014 ho avuto l’onore di intervistare il professor Smiraglia per scienzafacile.it e per il trimestrale del CAI di Corsico.
Vi invito quindi a guardare e ascoltare questi emozionanti video presenti da oggi sul canale Youtube di scienzafacile…
In sintesi però qualcosa posso anche scriverlo…
Abbiamo cominciato parlando delle abbondanti nevicate degli ultimi tempi e con la domanda che ci facciamo più o meno tutti noi amanti delle vie di ghiaccio sperando che la risposta sia:”Sì”, ovvero:”A causa di tutta la neve che sta cadendo quest’inverno, avanzeranno i ghiacciai Alpini? Torneranno percorribili certe vie di ghiaccio che stanno scomparendo e che diventano sempre meno sicure?”
La risposta non è un “Sì” ma è molto più articolata e interessante…
Ecco qui sotto la prima parte dell’intervista…
Dopo i ghiacciai alpini abbiamo considerato i ghiacciai presenti in altre parti del mondo, fino a quelli dell’equatore sul Monte Kenya al quale il professore è particolarmente affezionato in quanto proprio sul Monte kenya condusse la sua prima missione extraeuropea che univa l’alpinismo (con la via normale di IV e i suoi speroni bellissimi che ricordano i pilastri del Monte Bianco…) e lo studio dei ghiacciai.
E’ affascinante ascoltare il professore mentre racconta.
Parla dei suoi maestri che intuirono all’inizio degli anni 60 che qualcosa nei ghiacciai alpini stava cambiando e poco dopo infatti (dal 1965 all’85) cominciarono ad avanzare, gonfiandosi, portando le fronti più a valle e formando nuove morene.
Il regresso attuale invece, unito all’assottigliamento dello spessore dei ghiacciai, intristisce un poco ma, trascurando l’aspetto romantico e alpinistico, Claudio Smiraglia sottolinea come per gli studenti e gli appassionati questa possa essere anche una fortuna.
Il ritiro attuale dei ghiacciai infatti ci permette di vedere e comprendere meglio, seppur in un’altra scala, tutto quell’insieme di fenomeni che caratterizzarono il passaggio da Pleistocene ad Olocene, poco più di diecimila anni fa, quando i ghiacciai che arrivavano quasi fino a Milano si ritirarono, fondendo e lasciando tutta una serie di evidenti tracce presenti ancora oggi tra cui ad esempio le colline della Brianza.
I Glaciologi come il professor Smiraglia sono stati molto fortunati a poter osservare tutti questi fenomeni concentrati in poco più di una cinquantina di anni…
Hanno osservato anche il cambiamento nello studio dei Ghiacciai, cominciando a farlo “coi piedi” e finendo per utilizzare il computer per visionare il ghiacciaio, via satellite o con foto aeree, ancor prima di salirci…
Abbiamo toccato parecchi altri argomenti e non abbiamo trascurato l’aspetto divulgativo e della valorizzazione dei ghiacciai.
E la seconda parte:
Da sempre, il professore e il suo staff si impegnano da questo punto di vista per far conoscere il loro lavoro al pubblico e per far conoscere i ghiacciai e le aree circostanti a sempre più persone non solo dal punto di vista alpinistico/escursionistico ma anche culturale.
Con un’oretta di intervista abbiamo avuto una panoramica delle mille attività del professor Smiraglia e del suo staff, abbiamo parlato dei ghiacciai delle Alpi, di tutto il mondo, abbiamo parlato di internet, di computer, di pixel, di GIS (Geographic Information Systems), di fisica, di satelliti artificiali e delle nuove tecniche di remote sensing (ovvero di controllo a distanza)…
Non dimentichiamoci però, come dice il professor Claudio Smiraglia:”Sul ghiacciaio bisogna andare a metterci i piedi, l’anima e il cuore!”
Grazie mille professore e a presto! …magari in montagna!
Presto online, i links ai siti accennati nell’intervista…