L’immagine che ho inserito qui sopra non è certo nuova (vedi link). La scattai durante l’ultimo trekking percorso in compagnia del mio socio Daniele nel lontano 2015. Nel 2016 andai in trekking ancora una volta, poi diverse vicissitudini si impossessarono della mia vita passata per cambiarla a fondo.
Proprio di cambiamenti sto parlando. Cambiamenti nella nostra vita e cambiamenti nella vita del nostro pianeta, entrambi inesorabili.
Sto lavorando a una lezione di geologia per il corso di escursionismo al CAI Edelweiss di Milano e non essendo più del mestiere da qualche anno, fatico a trovare una sequenza di idee che funzioni, allora sono andato a sfogliare una “vecchia” carrellata di immagini tra le quali c’era questa che ricordavo bene, scattata durante la salita al col di Gran Ferret dal versante svizzero.
L’avevo già utilizzata durante alcune mie lezioni o conferenze, ma non avevo mai pensato a quanto questa morfologia assomigliasse ad una clessidra che segna il passare del tempo con lo scorrere della sabbia.
Questa conoide e una clessidra si somigliano certamente, ma stavo pensando che quando questa grande e gigantesca clessidra naturale si sarà esaurita non potremo girarla a nostro piacimento per rinnovare il processo!
Al di là di questo mio ultimo pensiero, sarà questo il filone della lezione: i cambiamenti geomorfologici nel tempo e ovviamente le cause principali di questi cambiamenti che comprenderanno, la litologia (quindi la litogenesi) la tettonica, e la morfogenesi, come sempre, ma con un filo conduttore del cambiamento!
Un oceano inizia a formarsi quando un continente (o meglio una parte di crosta continentale) si spezza lungo una frattura lunga anche migliaia di chilometri e i due margini della frattura iniziano ad allontanarsi.
Ma cosa può muovere o addirittura spezzare interi continenti?
Un ragazzino di terza elementare forse direbbe:”Il magma!”.
E avrebbe ragione.
Per il fatto che il magma (la roccia fusa che sta sotto la crosta terrestre) è caldo e quindi meno denso delle rocce solide, questo tende a muoversi in senso circolare, scende nel mantello quando si raffredda, risale quando si riscalda. Il magma del mantello, a causa di questi movimenti, detti moti convettivi (tipici dei fluidi riscaldati), funge da “nastro trasportatore” di placche!
Stefano Rossignoli 30 marzo 2010 (revisionato il 28 luglio 2017)
La revisione del luglio 2017 è dovuta a un mio errore piuttosto grave nella spiegazione della causa dell’espansione degli oceani. Mi è stato fatto notare in modo molto antipatico e irrispettoso ma, avendo ragione chi me l’ha fatto notare, almeno dal punto scientifico, ho voluto correggere l’articolo sfruttando appieno il buono di una persona estremamente preparata, seppur frustrata e incattivita…
Il discorso è quanto mai ampio, ma cercherò di affrontarlo nel modo più semplice possibile in modo da consentire la lettura a chiunque o quasi.
Gli oceani si formano è vero e per lo stesso motivo per cui si formano, possono anche chiudersi.
Si formano, si chiudono, (si muovono di conseguenza anche i continenti formati da ‘crosta continentale’ a stretto contatto con la crosta oceanica) e cambiano continuamente posizione.
Come Federica Colombo ci spiega, tanto tempo fa c’era la Pangea, un grande supercontinente in cui le terre emerse che conosciamo oggi erano più o meno tutte attaccate tra loro, ma prima si sono formati altri supercontinenti a causa dei lenti e inesorabili movimenti delle placche continentali.
Un oceano inizia a formarsi quando un continente (o meglio una parte di crosta continentale) si spezza lungo una frattura lunga anche migliaia di chilometri e i due margini della frattura iniziano ad allontanarsi.
Le radici erano lì, sotto terra e, ultimamente, sono state innaffiate abbondantemente, così sono spuntate due gemme ed, infine, le foglie, i fiori…e per i frutti vedremo! Il tutto è profondamente personale ma anche piuttosto oggettivo…
Parlo per esperienza…
Sono troppi i ragazzi e le ragazze che sbagliano la scelta della scuola superiore e reputo che questo sia dovuto in parte alla superficialità delle loro scelte e soprattutto al loro poco impegno nel cogliere la sfida e a sfondare gli ostacoli ma anche alla scarsa capacità preparatoria della scuola, delle sue scarse capacità di gratificazione, di buona parte del corpo docente (di cui adoro una parte e ne disprezzo un’altra) e alle poche possibilità della nostra scuola in generale a compiere percorsi educativi ad hoc.
Chiedo perdono per questa mia sfacciataggine ma la smetto subito e vi racconto un paio di episodi…
“Mi sono iscritto a Informatica perchè mi piace il computer”. Bene! Cosa fai al computer? “Gioco”…
Mi sono iscritto al liceo scientifico sportivo perché mi piace il calcio…
I risultati? Tanta matematica, e fisica e informatica nel primo caso…No di certo tornei alla Play Station…Ma guarda un po’ che strano!!!
E tanta matematica, fisica, biologia, fisiologia, ecc, ecc nel secondo caso…e ben poche partitelle se non niente: tre ore di educazione fisica in più in cui si studiano le regole di alcuni sport e anche fisiologia…
Mi vien da dire:”Ma che pensavate? Di andare a scuola a giocare a Fifa al computer o per davvero??”
E poi bisogna studiare ragazzi/e!
Come dice un mio caro amico, si vede che chi manda nello spazio i satelliti alla NASA o all’ARIANNE SPACE o chi scrive software che gestiscono miliardi di dati sono dei falliti, quelli bravi li pagano per giocare al computer…sul calcio ok, il discorso è diverso ma comunque la scuola c’entra ben poco…salvo per quella che dovrebbe essere la conoscenza della cultura generale, della lingua italiana, inglese e poco altro…comunque…Anche per eccellere nel calcio o in qualsiasi altro sport bisogna poi ascoltare almeno un coach e applicarsi duramente.
Semmai mi iscriverò a informatica per riuscire un bel giorno a scriverlo il software di un gioco…e per arrivare a questo risultato c’è da spaccarsi in quattro il fondoschiena a studiare, almeno all’inizio, poi ci sono gli eletti che devono studiare poco ma sono delle rarità e comunque devono studiare anche loro… Se si applichieranno tanto poi eccelleranno, altrimenti resteranno probabilmente mediocri.
Il liceo scientifico sportivo lo vedo per un futuro allenatore, che sia lavoro o un hobby a cui applicarsi con serietà, un massofisioterapista, un osteopata, un medico sportivo, ecc, ecc…
Capisco chi vuole fare il cuoco o la cuoca e che si iscrive all’alberghiero. Questi hanno azzeccato. ma dovrà studiare lo stesso! …altrimenti, a patto di diplomarsi, in quanto a cultura resterà uno che cucina e basta. …poi magari in sensibilità mi supera, ma il discorso che sto facendo è un altro. Fa bene studiare (e soprattutto capire) la matematica, le scienze e l’italiano anche ai futuri cuochi e cuoche!
Sottolineo la parola CAPIRE perchè è il trucco per rendere interessante anche a quello che inizialmente non ci interessava per nulla. E’ il trucco per poter proseguire nell’apprendimento di maggior livello e per far tornare utili i nostri sforzi.
Ma il punto arriva adesso…
Per quel che mi riguarda, una scuola vale l’altra.
Le motivazioni che mi portano a questa conclusione sono soprattutto quattro:
La prima è che, se avrete voglia di spaccarvi in quattro a studiare e non avete particolari problemi di apprendimento, riuscirete a frequentare con successo qualsiasi buona scuola.
La seconda è che può essere molto più preparatoria una scuola considerata “semplice o professionale” in cui si trovino ottimi insegnanti (e ne conosco qualcuno/a) con senso critico, del dovere, passione e amore per l’insegnamento, piuttosto che in una scuola considerata d’elite in cui, durante il proprio cammino, si incontrino insegnanti frustrati, pigri e o incapaci…
La terza è che, per la legge dei grandi numeri, si dovrebbero trovare comunque sia buoni sia pessimi insegnanti in quasi tutte le scuole.
La quarta è che, con un diploma da perito meccanico (che è un progettista, manutentore diplomato all’ITIS dopo anni di matematica, fisica, ecc, non uno che guida e aggiusta automobili!) uno/a si potrebbe poi iscrivere a filosofia o andare a fare il commesso o il camionista o diventare uno sportivo di successo o un artista…
Mi rendo conto che il mio intervento poteva essere ridotto a questi ultimi quattro punti…
Una piccola precisazione sulle capacità preparatorie della scuola.
Purtroppo è difficile essere all’altezza anche per chi ci prova. Seguire tutti gli alunni in modo personalizzato (che per alcuni casi, come dsa e disturbi dell’attenzione, sarebbe indispensabile) è molto difficile, dispendioso e, oggettivamente, quasi impossibile.
Un buon metodo di insegnamento o un ottimo metodo non può essere sempre buono per tutta la classe, quindi andrebbe poi adeguato a chi resta in dietro ma difficilmente potrà farlo la stessa persona nelle ore di lezione e, di certo, lo/la studente/ssa avrà almeno il 50% della responsabilità nello star dietro ai programmi e dovrà mettersi sotto a studiare forte per arrivare ad un livello sufficiente di preparazione!
Essere seguiti da un tutor (come me ad esempio!) resta un’opzione costosa e riservata solo a chi possa permetterselo.
Per concludere, a scuola si studia!
In qualsiasi scuola.
I programmi ministeriali sono duri, sia da insegnare, sia da imparare.
Per prendere e meritarvi un diploma, in qualsiasi scuola superiore,anche se non avete particolari problemi di apprendimento, considerate che un bel po’ di tempo sulla sedia dovrete trascorrerlo ogni giorno ma, soprattutto, sarebbe utile, produttivo e ricco di soddisfazioni, raccogliere la sfida e Alè!
…poi si arriva in fondo all’Università anche senza saper parlare e scrivere una lingua correttamente e in modo chiaro…ma questa è ancora un’altra storia e magari, qui, scriveremo come fare il contrario, ovvero arrivare alla laurea meritatamente, bene e come si deve. Lo stiamo già facendo da un po’!!!
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