Ciao Tessi

Stefano Rossignoli 19 aprile 2024

E’ sera, apro il portatile e inizio a sfogliare vecchie fotografie…

Non sono così vecchie. In fondo sono solamente di 15 – 13 anni fa. Esplorazioni in Valsolda e Val Sanagra, grotta della Noga, ricerche di fossili rimaneggiati dalle piene del fiume Po, Corna Piana, riunioni tra bloggers… Siamo sorridenti, insieme ad alcuni amici…

Il Tessi con la sua Renault dal parabrezza costantemente appannato! Andavamo a caccia di fossili sui ghiaioni e sulle prime cenge della Corna Piana.

Ogni volta che trovo una galleria di immagini di un giorno passato con lui mi si stampa un sorriso in faccia che irrompe nella tristezza di un addio che non ho detto e non posso più dirgli.

Mentre cerco foto nei meandri del mio computer, mi imbatto anche nelle immagini di famiglia. Vedo quelle delle gite con mio padre ultraottantenne che oramai posso vedere solamente in fotografia. trovo il mio ultimo nipotino piccino e grazioso mentre costruisce torri coi mattoncini e invece pochi giorni fa gli ho portato la macchina che era di mio padre. Gli serve per andare al lavoro. Non è più piccino. Ha preso la patente pochi giorni fa e mi ha portato a fare un giro mentre ero tempestato dalle emozioni. E’ in età da università, anche se lui preferisce lavorare.

L’università, le scienze, i “sassi”, il mio vecchio lavoro di preparatore di fossili. E’ per questi motivi che ho incontrato il Tessi.

Mi piace pensare di averlo scovato come una pagliuzza d’oro in un fiume, senza avere attrezzi specifici. Un grandissimo colpo di fortuna.

Da parecchi anni non frequento più l’università, ma ci ho passato a tempi alterni circa ventisette anni della mia vita tra studio e lavoro. In tutto quel tempo ho sempre amato stare con gli studenti.

Mi piaceva chiacchierare e passare del tempo con quelli che studiavano, che non spettegolavano degli altri ma che parlavano di se stessi e di quel che facevano. Stavo con gli studenti che mostravano una certa serietà, tanta passione e dedizione per le loro attività. Mi son sentito sempre un po’ studente anche io, fino a che ho chiuso per l’ultima volta alle mie spalle la porta del dipartimento di Scienze della Terra.

Andrea era anche così, più una serie di sfaccettature che lo rendevano unico. Me lo ricordo estremamente meticoloso nelle sue attività, buono e delicato, ma era anche un provocatore! Con la sua finezza e arguzia, già dopo quattro chiacchiere con lui, sentivi l’esigenza di cercare di migliorarti e ampliare i tuoi punti di vista.

E’ stato automatico trovarsi a gironzolare, esplorare, divulgare, dividere pause in dipartimento e aprirgli le porte di questo blog con totale fiducia.

Ora arrivo al punto. Erano dieci o undici anni che non ci vedevamo io e il Tessi, così come con altre persone che porto nel cuore.

Anche questo sito, questo vecchio enorme lavoro porto nel cuore, ma con questo è semplice: pago e sopravvive, non pago ed è finito. E’ solamente un sito. Quando finirà respirerò comunque, magari anche meglio di prima.

Perdendo il Tessi invece, il cuore si tormenterà sempre almeno un po’ per non avere avuto un tempo infinito da condividere e per non averlo salutato ogni volta come se fosse stata l’ultima volta. Per questo chiedo scusa ad Andrea per essere stato ignaro e completamente lontano dal dividere anche solo un briciolo di dolore della sua malattia e scusa anche al mio cuore che avrà un altro angolo ridotto a pezzetti.

Le scuse però ormai non servono a nulla. Non si può tornare in dietro, ma posso essere grato di avere avuto la fortuna di incontrarlo, di conoscerlo un po’, di percorrere un po’ di strada con lui.

Anche voi cari lettori e lettrici avete avuto la fortuna di incontrarlo qui (o potete farlo adesso cliccando!) e beh! Io sono stato più fortunato.

Come mi scriveva una manciata di ore fa l’amico Sam:”Non possiamo dimenticare i bei momenti passati insieme durante le nostre avventure”…

L’affetto dimostrato da una moltitudine di persone in questi giorni è anche il mio e di certo quello dei miei vecchi amici collaboratori di questo sito.

Il Tessi me lo ricordo ragazzo. Ora aveva quarant’anni e io cinquanta e non posso immaginare quello che ha passato. Sono impotente. Non ho parole all’altezza.

Abbraccio forte tutti i suoi famigliari e tutte le persone care che gli sono state vicino.

Con affetto.

Stefano

Una spolverata di Geologia per chi frequenta l’outdoor

Stefano Rossignoli, dal 22 aprile 2023

A livello divulgativo rispolvero qualche concetto geologico che spero possa essere utile ai frequentatori di vari ambienti outdoor.

Sarà più che altro una raccolta di immagini, appunti, links che facciano da filo conduttore all’ex divulgatore scientifico non aggiornato e fuori allenamento che è in me!

Ovviamente è solo una traccia e tanti concetti che qui mancano li spiegherò a voce durante la lezione che mi è stata richiesta dagli amici del CAI Edelweiss di Milano e sfrutterò le immagini, i gesti, le domande che mi verranno poste… Una parte importante poi verrà trattata durante l’uscita in ambiente.

Le parti scritte a parole servono giusto per chi voglia ripassare dopo aver seguito la lezione o per chi voglia curiosare un po’, ma giusto quello. Durante la presentazione utilizzerò solamente immagini e video. Molte immagini sono tratte dal libro di Alfonso Bosellini “Storia geologica d’Italia”.

Il tempo

Cominciamo dalla CLESSIDRA naturale in fotografia. Indica il primo concetto, ossia il passare del tempo che governa lento e inesorabile i processi geologici e tutti i cambiamenti in atto ogni istante sul pianeta Terra.

Lo studio della Terra non può esulare dalla conoscenza del tempo. La terra ha iniziato la sua storia con la sua massa più o meno attuale circa 4540Ma (4,54 miliardi di anni fa).

I movimenti della Terra nello spazio

La terra cambia anche la sua posizione nello spazio e lo fa molto velocemente:

V equatoriale: 1667 Km/h

V a 45° di latitudine: 1179 Km/h

V intorno al sole media: 107240,4 Km/h

L’orbita terrestre è leggermente eccentrica, l’asse terrestre ogni 25800 anni circa compie una rotazione completa (precessione degli equinozi) senza variare di troppo la sua inclinazione ma solo con piccole variazioni cicliche (nutazione) e ne consegue un’inversione delle stagioni ogni 12000 anni circa…

…ma anche il sole si muove e cambia posizione rispetto alle altre stelle, galassie, ecc e noi lo seguiamo. Non so a che velocità, ma deve essere mooolto alta e se volete fate pure le vostre ricerche!

Da alcuni movimenti intorno al sole dipendono certe tendenze climatiche terrestri che influiscono sui fenomeni erosivi, e ne faremo ancora cenno più tardi…

La Terra quindi cambia continuamente posizione nello spazio, temperatura, umidità e cambia sulla sua superficie dove noi viviamo.

Ma chi è il responsabile di questi cambiamenti superficiali?

Il “motore” della Terra

Il responsabile è l’energia interna della Terra la quale deriva in buona parte dalle reazioni di decadimento radioattivo di elementi come Uranio, Torio e Potassio, contenuti nella crosta terrestre e nel mantello.

Vediamo nelle prossime immagini tratte da “Storia geologica d’Italia” di Alfonso Bosellini:

Nel mantello il calore prodotto si distribuisce per convezione, così come succede per l’acqua in ebollizione contenuta in una pentola!

Sono questi moti convettivi i responsabili della maggior parte dei movimenti orizzontali della crosta terrestre.

Vediamo poi in questo bel filmato (che qualche anno fa era pionieristico!) una simulazione di uno scontro tra una placca oceanica ed una continentale con conseguente subduzione della crosta oceanica, poi la successiva collisione tra placche continentali con la formazione di un rilievo come potrebbe essere stato per la catena alpina (al minuto 1′ : 25″ inizia la convergenza):

Il tutto è riassunto in tre passaggi nell’immagine successiva (sempre da Bosellini):

Come specificato manca l’erosione ed ogni processo gravitativo a modellare di continuo il tutto, ma aggiungo anche la dissoluzione delle rocce carbonatiche e non meno importante l’isostasia e le eruzioni di vulcani orogenici e anorogenici, gli impatti meteorici, ecc.

In questo video successivo una rappresentazione schematica della formazione di una rete idrica a modellare il territorio:

Molte altre tipologie di movimenti crostali sono state modellizzate. Ad esempio:

https://www.youtube.com/watch?v=bI5r4cs74w8&t=171s

https://www.youtube.com/watch?v=LWAQOoTT_uk

https://www.youtube.com/watch?v=QfY7KSnNYlI e molti altri…

Come e dove si formano le rocce

La loro origine e le loro proprietà.

In questa immagine vediamo le principali zone di formazione delle rocce: Per le rocce ignee o magmatiche abbiamo quelle effusive del vulcanismo intraplacca, quelle effusive della zona di subduzione e quelle intrusive (o plutoniche).

Vediamo le zone di formazione delle rocce sedimentarie di origine marina e sedimentarie di origine continentale.

E le province magmatiche italiane dove si formano attualmente rocce ignee:

Le rocce metamorfiche caratterizzate da una trasformazione dovuta a pressione e temperatura si formano dove sia presente alta pressione e temperatura nelle zone di convergenza o nelle zone limitrofe alle intrusioni magmatiche che cedono calore alle preesistenti rocce incassanti le quali tenderanno a trasformarsi.

uno sguardo all’Italia e alla sua storia

Mari, montagne, pianure, fiumi, laghi e chi più ne ha più ne metta…

Galleria lez. geo. Edelweiss-003-tettonica

La litogenesi organogena

Gli organismi formano le rocce carbonatiche (…e silicee)

Al di sotto di una certa profondità (ccd) la calcite non riesce più depositarsi salvo eccezioni, ma viene interamente disciolta. Anche per l’aragonite esiste la acd meno profonda. La silice invece potrà depositarsi anche oltre la ccd.

La concentrazione di CO2 è direttamente responsabile della profondità della ccd. Se aumenta la [CO2], diminuisce la profondità della ccd!

Le evaporiti

Un bacino chiuso sulle coste del Mar Caspio

Molto in generale, in un bacino chiuso o semichiuso nel quale l’evaporazione superi l’apporto di acqua si depositeranno gesso, cloruri, carbonati…

Sono molti i casi di depositi evaporitici (vedi link ad Alex Strekeisen).

La morfogenesi

Nuova crosta terrestre viene formata e poi riassorbita per subduzione, nuove catene montuose si formano, gli oceani si aprono e si chiudono.

Mentre questi processi agiscono, la forma del rilievo viene modificata continuamente da numerosi agenti. Vediamone alcuni:

I processi gravitativi per primi (quando qualcosa viene sollevata, se manca l’equilibrio tende a sempre a cadere!).

Immagine da Wikipedia

Esistono molti tipi di frane. Qualche esempio:

Mentre nei casi precedenti sono le onde a scavare e destabilizzare un terreno che probabilmente si sta sollevando per movimenti crostali, nel caso successivo è il torrente a scavare e ad aver scavato provocando il crollo del terreno incoerente e probabilmente anche zuppo di acqua.

Mari, fiumi e acque superficiali sono agenti erosivi.

Anche i ghiacciai che sembrano fermi sono agenti di modellamento del rilievo:

Le rocce possono anche sciogliersi.

Il fenomeno del Carsismo agisce sia in superficie (karren, campi solcati, doline), sia nel sottosuolo.

Tutto cambia in continuazione, che lo vediamo o no, inesorabilmente, sempre!

Grazie!

Ste!

La clessidra

Stefano Rossignoli, 21 aprile 2023

Val Ferret (CH)

L’immagine che ho inserito qui sopra non è certo nuova (vedi link). La scattai durante l’ultimo trekking percorso in compagnia del mio socio Daniele nel lontano 2015. Nel 2016 andai in trekking ancora una volta, poi diverse vicissitudini si impossessarono della mia vita passata per cambiarla a fondo.

Proprio di cambiamenti sto parlando. Cambiamenti nella nostra vita e cambiamenti nella vita del nostro pianeta, entrambi inesorabili.

Sto lavorando a una lezione di geologia per il corso di escursionismo al CAI Edelweiss di Milano e non essendo più del mestiere da qualche anno, fatico a trovare una sequenza di idee che funzioni, allora sono andato a sfogliare una “vecchia” carrellata di immagini tra le quali c’era questa che ricordavo bene, scattata durante la salita al col di Gran Ferret dal versante svizzero.

L’avevo già utilizzata durante alcune mie lezioni o conferenze, ma non avevo mai pensato a quanto questa morfologia assomigliasse ad una clessidra che segna il passare del tempo con lo scorrere della sabbia.

Questa conoide e una clessidra si somigliano certamente, ma stavo pensando che quando questa grande e gigantesca clessidra naturale si sarà esaurita non potremo girarla a nostro piacimento per rinnovare il processo!

Al di là di questo mio ultimo pensiero, sarà questo il filone della lezione: i cambiamenti geomorfologici nel tempo e ovviamente le cause principali di questi cambiamenti che comprenderanno, la litologia (quindi la litogenesi) la tettonica, e la morfogenesi, come sempre, ma con un filo conduttore del cambiamento!

Benritrovati e a presto!

Stefano R.

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