Potrebbe sembrare un titolo fantasioso, che ci porta a ricordare storie di gnomi e folletti, invece torneremo indietro nel tempo davvero sfruttando la morfologia del Vallone di Malatrà, una traversa della Val Ferret, sopra Courmayeur (AO)…
Ad esempio cosa vediamo nella immagine di apertura (che vi ricordo potete ingrandire cliccandoci sopra)? Di certo un bel paesaggio. Siamo in alta montagna, ben sopra i 2000m. Non ci sono più alberi. Siamo sopra al cosiddetto “limite degli alberi” per cui la temperatura e le condizioni climatiche non permettono attualmente la loro nascita e crescita. La copertura erbosa però è abbondante salvo in alcune zone…C’è anche una superficie nettamente piana al centro…
Osserviamo cosa si nota nella foto precedente, ora modificata…
Partiamo dal basso:
Il lago si è riempito di sedimenti alluvionali, ovvero di limo, sabbia e sassi. Da cosa lo si capisce? Dal fatto che c’è una nettissima superficie piana e tutto intorno superfici irregolari. Questo è il destino di tutti i laghi. Riempirsi di detrito e diventare pianure alluvionali…
Sul lato destro idrografico (a sinistra dell’immagine), vediamo molte conoidi detritiche formate dai continui crolli di lastre di roccia fratturate e rotte per gelivazione. Le rocce in posto sono molto scistose (formate da piani orientati quindi con molteplici piani di frattura) per cui si fratturano facilmente e cadono a valle… Anche le alluvioni estive e le valanghe invernali partecipano certamente all’accumulo di detrito nelle conoidi… (vedi: Le montagne cadono a pezzi)
La stessa cosa accade sopra al ghiacciaio. Valanghe, alluvioni e gelivazione stanno riempiendo di detrito la superficie del ghiacciaio rimasto. La superficie rocciosa abbandonata dal ghiacciaio non è più sostenuta dal ghiacciaio stesso e tende maggiormente a distruggersi e a collassare verso valle. Il ghiacciaio allora tende a coprirsi, quindi anche a fondere un po’ meno che se fosse scoperto…
Infine vediamo quel tratteggio blu indicato come “Estensione del Ghiacciaio durante la PEG“. Qui arrivava il ghiacciaio fino a poco più di cento anni fa. Forse arrivava poco più avanti e la copertura vegetazionale ha cancellato qualcosa ma non credo. Il limite segnato da morene e depositi glaciali è piuttosto chiaro e netto.
L’Antico cordone morenico indicato in figura è una morena tardiglaciale. Siamo intorno ai poco più di 10000 anni fa, quando un grande ghiacciaio ricopriva interamente il centro vallone. Lo si vede meglio in questa immagine presa Leggi tutto “Indietro nel tempo nel vallone di Malatrà”
Sono appena stato in Dipartimento di Scienze della Terra unimi e, dopo una chiacchierata col mio prof, con gli amici, Fabio, ecc, ecc, sono andato a trovare Giovanni per organizzare un incontro per settimana prossima in modo da raccogliere un po’ di materiale scientifico da divulgare su scienzafacile.it.
Dopo l’ennesima scossa di terremoto e l’aspettativa per oggi di quasi 1000 visitatori su scienzafacile.it in cerca di articoli sulle cause dei terremoti intorno a Ferrara, è stato inevitabile parlarne un po’ e Giovanni mi dice subito:”Là sotto c’è un mostro che sta crescendo!”.
Mi ha ricordato che sotto una zona della Pianura Padana, l’appennino che spinge con forza, modifica anche il rilievo e ha anche deviato verso nord l’alveo del fiume Po (e non solo – vedi link) e questa non è che la punta di un iceberg, o meglio, l’estremo più alto delle pieghe ferraresi.
“Potresti scrivere di questo!” mi dice Giovanni…
Sotto Ferrara infatti c’è una struttura conosciuta come la Dorsale ferrarese, più precisamente c’è una piega, l’Anticlinale Ferrarese.
Un’anticlinale è una piega di questo tipo:
Sotto la pianura Padana, riempita di sedimenti, nella zona tra Mirandola e Ferrara, c’è in realtà un sistema di pieghe ovviamente un po’ più complesso che nel disegno qui sopra.
Qui in basso direi che il tutto è meglio rappresentato (l’immagine è linkata al sito di origine sul quale è anche ingrandibile, cliccaci sopra)…
Intercettata la zona di Ferrara (ci sono anche un asterisco rosso e una linea rossa per individuarla), potete notare come la massa rocciosa piegata al di sotto della pianura sia del tutto simile ad una catena montuosa e in effetti lo è.
Le rocce non solo sono piegate, ma sono anche fagliate, ovvero esistono dei piani di frattura (detti faglie e quella evidenziata in rosso è una di quelle) in cui certe rocce scorrono sopra (o sotto o di fianco, ecc) ad altre…
In questo caso, il profilo geologico (qui sopra) rappresenta uno spaccato che va da Nord-Nord-Est a Sud-Sud-Ovest (più o meno da Nord a Sud!) e taglia la Pianura Padana sulla linea di Rovigo-Ferrara-Bologna rappresentando ciò che sta sotto… Ebbene, lì sotto sta crescendo l’Appennino. Non è che abbia cominciato a crescere ieri. Cresce da qualche milione di anni… Visualizzazione ingrandita della mappa
Anche il corso del Fiume Po, come ho scritto sopra (e come si vede sulla mappa se cliccate su “visualizzazione ingrandita…”), è stato deviato verso nord all’altezza di Viadana-Guastalla-Suzzara a causa del sollevamento dell’Appennino sulle pieghe ferraresi…più precisamente sull’arco di Mirandola (del tutto simile a quello ferrarese…vedi link)
Da recenti misurazioni (vedi link) è in atto una compressione, (già conosciuta da tempo ma adesso anche misurata!) nell’ordine del mm per anno, della Pianura in direzione Nord-Sud. Il restringimento della pianura avviene proprio là sotto per la compressione e il conseguente scivolamento delle masse rocciose l’una verso l’altra su quelle superfici che vengono chiamate FAGLIE INVERSE
Questi movimenti non sono del tutto regolari.
Ogni tanto rallentano, ogni tanto accelerano di colpo e, in questo caso, liberano parecchia energia causando gli scossoni che noi chiamiamo terremoti che, continuo a ripetere, ci son sempre stati e ci indicano che la Terra è ancora un pianeta vivo…
Impariamo a conoscerlo e a farci i conti. Sta a noi farli prima o dopo questi conti. Il pianeta va comunque avanti per la sua strada…
In conclusione,
in questi giorni gli Italiani si interessano di terremoti perchè ci sono stati morti e danni materiali ed economici…ma tra poco si dimenticherà tutto.
Sarebbe ora di smetterla di interessarsi all’ambiente solamente quando ci si rivolta contro. Cerchiamo di conoscerlo e di farlo conoscere a casa, a scuola e nella vita di tutti i giorni. Ci stiamo staccando troppo dalle sue dinamiche.
E’ davvero patetico accorgersi che la gente sia sempre stupita di ciò che accade…
Dal mio punto di vista, fa anche arrabbiare parecchio, quasi infuriare. Le scienze naturali vengono snobbate, insieme a chi le studia, da quasi tutta la popolazione italiana. La geologia viene considerata solo per l’estrazione dei combustibili fossili e i lavori di cantiere e il tutto costa svariate centinaia di milioni di euro all’anno agli Italiani che continuano a cadere nel tranello della produzione e del consumo di risorse e poi si ritrovano in ginocchio. Siamo ignoranti. Svegliamoci.
Una delle cose che poi mi fa più arrabbiare (oltre alla gente che ne approfitta) è sapere che un naturalista, che mediamente non guadagna abbastanza e lavora quasi per missione, oltre che fortunatamente per passione, dovrà pagare comunque la sua quota…ma anche questo è uno stimolo a farsi sentire sempre di più …anche su scienzafacile.it!
Qui sopra uno spaccato di quanto e soprattutto quando la gente italiana si interessa di scienze naturali…Il picco ovviamente è del 29-30 maggio 2012.
Un in bocca al lupo invece a chi è stato coinvolto e a chi si impegna nella macchina dei soccorsi…
Uno studio realizzato negli anni novanta da Whittaker e Frith fa risalire ai tempi più remoti della storia dell’uomo la pratica di costruire gallerie: una galleria mineraria dello Swaziland è stata datata addirittura al 40000 a.C.!
Oggi l’uomo realizza ogni sorta di gallerie ed opere sotterranee, attraversando ogni tipo di terreno, dai tunnel transalpini a quelli sottomarini. Tra tutte queste dobbiamo ricordare: la prima galleria ferroviaria (Liverpool – Manchester, 1826-1829), la prima galleria subacquea (Londra, 1842), il primo traforo alpino (Frejus, 1857-1870) e la prima galleria sottomarina (Seikan, 1964-1983).
Pur essendo opere rischiose e complicate, gli innumerevoli vantaggi derivanti dalla realizzazione di un tunnel hanno spinto e tuttora spingono l’uomo ad investire ingenti risorse, economiche e materiali, per la costruzione di queste grandi opere; per esempio nel caso dei collegamenti viari, specie se transalpini, la riduzione delle distanze, la maggiore velocità ed i minori tempi di percorrenza sono sicuramente tra i maggiori vantaggi derivanti da questo tipo di soluzione rispetto ad un tracciato di superficie; per migliorare il trasporto pubblico, eludendo il traffico privato, realizziamo moltissime metropolitane nelle nostre città. Soluzioni in galleria sono state scelte per la realizzazione di condotte idrauliche, sia a scopo energetico (centrali idroelettriche) che ambientale (l’Adda è stato trasferito in galleria per bypassare la gigantesca frana della Val Pola del 1987). Infine siti sotterranei sono da preferire per lo stoccaggio di alcune materie pericolose (ordigni e/o scorie nucleari).
Attualmente in Europa, attraverso la barriera delle Alpi, sono in progetto o in corso di realizzazione diversi tunnel ferroviari detti “di base” (per esempio: Brennero, San Gottardo, Val di Susa): queste gallerie, molto più lunghe di quelle esistenti attraverso le Alpi, sono mosse dal principio per cui diminuendo la quota del traforo, diminuiscono le pendenze, si rettifica il tracciato e quindi si realizza un collegamento più veloce e, a parità di mezzo di trasporto, meno dispendioso energicamente e quindi meno inquinante.
Una progettazione attenta servirà a prevenire gravi inconvenienti, sia per la sicurezza degli operai, sia per quella degli utenti, sia per quella ambientale: infatti l’ambiente sotterraneo non è conosciuto e caratterizzabile allo stesso modo di come si può fare per un lavoro in superficie. Almeno finché non è iniziato lo scavo ed è possibile osservare dall’interno il mondo sotterraneo. La possibilità di incontrare acque sotterranee bollenti (idrotermali) o ad alta pressione (falde acquifere) è sempre in agguato, così come quella di attraversare rocce deboli o così fratturate che possono crollare. Inoltre una galleria può essere responsabile di gravi disastri ambientali, semplicemente drenando enormi quantità d’acqua e prosciugando le fonti delle montagne o delle valli circostanti. Il drenaggio a sua volta può causare grandi cedimenti nel terreno (subsidenza) e danneggiare le case e gli edifici che vi sono costruiti al di sopra.
Ma come si scava una galleria??
Esistono due grandi metodi per lo scavo in sotterraneo: lo scavo tradizionale e lo scavo meccanizzato.
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