Le tracce dei porcellini di terra!

25 novembre 2013

Quando accompagno una visita guidata al Museo di Storia Naturale di Milano o alla Grotta del M.Generoso o chissà dove, sottolineo quasi sempre l’importanza dell’osservazione!

Molte e molti insegnanti lo fanno e spesso gli alunni sono preparati da questo punto di vista, alle volte anche più di me!!!

Un esempio di questo tipo di osservazione mi è capitata oggi.

tracce di porcellini di terra su polvere di legna marcia
Tracce di porcellini di terra su polvere di legna marcia

Stavo spaccando legna.

Era legna un po’ vecchia e marcia, in certi casi molto umida e in altri molto asciutta e quest’ultima, ad ogni colpo di scure produceva una gran quantità di finissima polvere di legna. Non la chiamo segatura perchè era proprio finissima e non prodotta dalla lama di una sega!

Ho posizionato un ceppo ricoperto in parte da questa polvere.

Stavo per sferrare il primo colpo con la scure quando vedo passare di tutta fretta un piccolo Porcellino di terra (o meglio, un crostaceo della famiglia “Oniscidea” adattato alla vita sulla terra e semmai guardate qui ). Per salvare almeno lui (o lei che fosse!) dal macello, ho esitato un momento e quando è passato/a sulla parte polverosa ho notato che lasciava delle tracce.

Non capita tutti i giorni!

Io le ho viste oggi per la prima volta in vita mia.

tracce-porcellino-terra-scala
tracce porcellino terra. Riferimento di scala

Purtroppo non avevo la macchina fotografica a portata di mano per immortalarlo/a mentre lasciava le tracce, ma se vi fidate di me, nelle immagini raccolte subito dopo l’evento potete vedere anche gli artefici di queste tracce.

porcellini-terra-scala
Porcellini di terra – Riferimento di scala

Ho illustrato la direzione in figura perchè ho osservato quello a destra mentre le lasciava. Della traccia a sinistra me ne sono accorto solo osservando la fotografia e ne ho compreso la direzione di spostamento dal confronto con quella che ho visto produrre in diretta. Probabilmente c’era già prima di posizionare il tronco e si è rovinata mentre lo spostavo a causa delle vibrazioni che hanno convolto la polvere.

Parlo spesso di tracce fossili in museo, in grotta, su questo sito e sul canale youtube di scienzafacile ed è BASILARE conoscere le tracce degli organismi di oggi per studiare quelle del passato.

La possibilità di osservare la direzione di spostamento può aiutare a raccogliere molti più dati riguardo lo studio delle tracce del passato.

Ecco quindi un esempio di tracce  piuttosto rare da osservare, soprattutto mentre vengono lasciate, quelle di un invertebrato che per sua natura vive all’umido, sotto terra o nei tronchi marci, luoghi dove semmai si possono lasciare tracce tubolari e non certo delle loro zampe.

Qui invece…che fortuna Stefano!!!

E più che nella rubrica “foto del mese” avrei dovuto metterla come foto dell’anno!!!

La realtà della divulgazione scientifica-paleontologica come la vedo io.

Stefano Rossignoli 13 luglio 2012 – Pubblicato il 21 nov 2013

Scienzafacile ha uno style e soprattutto ce l’ho io, Stefano, ideatore di questo sito, ovvero, testuali parole:”Finchè riusciremo, non verranno mai giudicati negativamente altri lavori, ma baderemo semplicemente a fare bene il nostro.”

Sono sempre convinto che lamentarsi non serva a nulla e si debba essere assolutamente positivi, propositivi ed offrire alternative, altrimenti vincono sempre gli altri.

Una piastra di Crinoide nei Calcescisti Giurassici dell'alta Val di Rhemes-2
Una piastra di Crinoide nei Calcescisti Giurassici dell’alta Val di Rhemes-2

Oggi però (quasi due anni fa!!!), la goccia ha fatto traboccare il vaso ed eccomi qui a descrivere la mia posizione (di cui mi prendo piena responsabilità – guest bloggers esclusi) riguardo la situazione e le possibilità della divulgazione scientifico-paleontologica in Italia…e la cosa potrà comprendere qualche giudizio negativo verso gli altri e anche verso di me.

La vera divulgazione scientifica in Paleontologia si può fare solo in via ufficiosa. In via ufficiale è praticamente impossibile.

I divulgatori scientifici paleontologici non possono far vedere come stanno le cose in toto ed hanno continuamente le mani legate dalle assurde leggi dettate e fatte più o meno rispettare dalla sopraintendenza ai beni Archeologici le cui leggi, coi FOSSILI (quindi con la PALEONTOLOGIA che è ben diversa dall’ARCHEOLOGIA) non c’entrano. (Vi rammento che Archeologi e Paleontologi non studiano le stesse cose per quanto le due discipline si incrocino spesso).

Sta di fatto che:

I fossili non si possono cercare scavando (salvo autorizzazione di quelli lì di cui sopra) e sul fatto che la ricerca non debba essere troppo invasiva e deturpante e dovrebbe seguire una certa etica e regolamento sono d’accordissimo.

I fossili italiani non si possono vendere (e su questo potrei essere QUASI d’accordo, almeno per un certo tipo di fossili …ma per quelli delle cave???).

Una cosa assurda poi: se trovo qualcosa, ce l’ho in mano ma non posso farlo vedere, non posso far vedere una foto online, ecc…poi che io lo faccia comunque è un altro discorso ancora. Ma perchè?

E’ davvero strano! Forse la cosa peggiore che ti può capitate dal punto di vista legislativo è TROVARLO un fossile!!!

I fossili non si possono ormai nemmeno ricopiare facendo stampi in silicone.

silicone
Silicone

Recentemente una sciocca legge ha vietato l’uso di materiali a contatto (ad esempio proprio il silicone) per fare matrici (gli stampi dei fossili) da cui ottenere calchi a costo accettabile in resina o gesso, ecc… Bisognerebbe farli con un laser-scanner, macchine che replichino il 3D, ecc ma i costi per ora sono insostenibili da quasi qualsiasi laboratorio universitario o museale e la situazione sta peggiorando (oltre al fatto che vi voglio vedere a ricopiare un raggio microscopico di una pinna di un pesce che magari si triforca all’estremità…). In effetti la precisione di questa tecnologia non si avvicina ancora a quella degli stampi…migliorerà (nel frattempo in cui questo articolo è stato in quarantena è migliorata molto), ma non siamo ancora economicamente pronti a sfruttarla…

Se almeno i laboratori universitari e museali potessero organizzarsi facilmente per fare e vendere i calchi dei “loro” fossili al pubblico, si potrebbe anche guadagnarci qualcosa e continuare e migliorare gli studi… Invece per fare un calco servono mille cavolate e carte, figuriamoci per venderlo.

Io sono convinto che quando uno è in una certa posizione se lo dovrebbe meritare (parlo di un docente universitario, un ricercatore o un dottorando, un tecnico o un post-dot)  e quindi dovrebbe avere la fiducia di chi regola e fa “rispettare” le leggi, quindi non dovrebbe essere così complicato fare un calco o qualsiasi altra cosa in una università o un museo di una certa entità, ecc e poi venderlo per autofinanziamento.

Il peggio è che, quando uno può finalmente scavare, non può divulgare tutto quel che viene fatto perchè, UFFICIALMENTE, certe cose non si possono fare, ma invece in uno scavo si fanno eccome.

Non posso dire che durante gli scavi si fanno degli errori? Che si possono trovare delle cose importanti anche in un detrito di scavo due anni dopo che la concessione di scavo è finita? E, soprattutto (cosa che mi da iperfastidio), non posso farle vedere alla gente online!!!

Alla gente piacciono queste cose e indirettamente, quando le viene a sapere, viene inglobata nel mondo della conoscenza, allora si avrebbe più consapevolezza di ciò che ci sta intorno e di come funziona l’ambiente intorno a noi.

…e non ci stupiremmo più per un terremoto, un alluvione, una frana e, soprattutto, metteremmo le mani avanti con diversi investimenti e ZERO DANNI o quasi nel caso in cui il pianeta si muovesse un po’ più velocemente del solito…

Dunque, che facciano i sopraintendenti ai fossili quelli che hanno fatto scavi e studiato paleontologia (non possono fare solo i consulenti o i collaboratori con le mani legate)…

E  chi ha l’autorità per farlo, dovrebbe fare e dire le cose come stanno in modo che le AUTORITA’ INCOMPETENTI diventino competenti e possano fare meglio il loro lavoro.

A cosa può sopraintendere uno che non sa?

Invece ci troviamo ridotti ad un mucchio di carta straccia.

Ecco l’idea dovuta alla mia delusione di oggi!

Ecco come deve essere il divulgatore scientifico (paleontologico e probabilmente anche di altre discipline) in Italia: Leggi tutto “La realtà della divulgazione scientifica-paleontologica come la vedo io.”

Guida alla descrizione e riconoscimento di invertebrati e tracce fossili (parte 8) Echinodermi

Stefano Rossignoli – 8 novembre 2013

Parte 1 – Introduzione. Come iniziare

Parte 2 –  Porifera, Archeociata, Stromatoporoidea

Parte 3 – Coelenterata (Coralli)

Parte 4 – Molluschi

Parte 5 – Le strutture geopetali

Parte 6 – Molluschi 2 – Gasteropodi

Parte 7 – Brachiopodi

Non ho ancora concluso (e chissà quando ci riuscirò?!!!) la settima parte del manuale/guida alla descrizione degli invertebrati fossili dedicata ai Brachiopodi ma eccomi qui almeno a introdurre l’argomento “Echinodermi” con qualche notizia generica che sia utile alla loro descrizione.

Il Taxon degli Echinodermi è davvero vasto. Se ne conoscono molti generi e specie attuali, pensate ad esempio alle Stelle Marine, ai Ricci, ai cetrioli e ai gigli di mare… Scientificamente hanno nomi diversi ma per ora li raggrupperemo tutti nel Taxon “Echinodermata”.

E’ certamente nel passato che gli Echinodermi mostrano il periodo di massimo splendore, soprattutto durante l’era primaria, nel Paleozoico.

E’ scoraggiante cercare di essere esaurienti in un articolo divulgativo ma ci proverò, un passo alla volta…

Primo: Gli Echinodermi attuali e con buona certezza quelli del passato sono tutti marini.

Questo non servirà molto a descriverli ma sarà utile nel “Passo successivo”, la ricostruzione paleoambientale, ovvero a utilizzare i fossili per comprendere come fosse un determinato ambiente nel passato…

Secondo: Il loro scheletro detto “Teca”, che è ciò che si conserva allo stato fossile, è composto da piastre di calcite.

Piastre di crinoide - calcare di Moltrasio - Monte Generoso
Piastre di crinoide – calcare di Moltrasio – Monte Generoso

E’ un mesoscheletro. Meso vuole dire che sta in mezzo, ovvero che contiene ed è ricoperto da parti molli che, normalmente, non si conservano allo stato fossile.

Gli Artropodi ad esempio hanno un esoscheletro che forma il loro strato più esterno.

Le piastre di calcite degli Echinodermi, in origine sono porose e, durante la fossilizzazione i pori tendono a riempirsi di altra calcite che segue il reticolo cristallino non distinguendosi dal minerale originale (quindi mostrando anche le stesse proprietà ottiche).

Terzo: La loro simmetria è pentamera, fino a diventare bilaterale e questa sarà una delle prime caratteristiche da elencare nella descrizione di un esemplare.

Quarto: Tutti presentano l’apparato ambulacrale, la bocca e l’ano e la loro forma, posizione, nonché la posizione delle piastre calcitiche che li delimitano saranno basilari nella descrizione.

Per quanto riguarda altre forme e strutture le tratterò, tempo permettendo, man mano che si presenteranno nei vari taxa…

 

crinoide-completo-monte-generoso-calcare-moltrasio
Un Crinoide piuttosto completo trovato sul Calcare di Moltrasio nel Giurassico inferiore del Monte Generoso

Le notizie principali per la descrizione saranno sempre quelle: la forma, la simmetria, i caratteri particolari che, come sempre e ancor più questa volta richiederanno una conoscenza approfondita dell’anatomia di questi animali.

E prima di tutto dovremo conoscere gli organismi attuali, poi potremo addentrarci nell’anatomia dei fossili.

Sottolineo ancora una volta come la forma e i caratteri particolari degli echinodermi spesso dipendano da localizzazione e caratteristiche delle piastre calcitiche di cui dovremo conoscere anche il nome!!!

 

La guida sarà in aggiornamento fino a che la riterrò soddisfacente.

A presto con i prossimi taxa.

Stefano Rossignoli 09 novembre 2013

 

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