I Dinosauri erano a sangue caldo o a sangue freddo?

Stefano Rossignoli 14 settembre 2010

Uno dei capitoli più belli della mia carriera universitaria è stato durante il corso di Paleontologia dei Vertebrati, in cui il Professore Andrea Tintori ci assegnò un argomento su cui fare una lezione di 2 ore e io scelsi questo, senza sapere nulla di quel che mi aspettava …o quasi!
Ricordo ancora che provai la lezione (l’ultima in cui utilizzai lucidi e lavagna luminosa!) in aula Stoppani al Dip. di Scienze della Terra e ricordo come fosse ieri quando Antonella entrò per ascoltare e darmi il suo parere che per me contava più di ogni altro.
Bellissimi ricordi davvero, ma vediamo un po’ di tornare su quei passi…

Sangue caldo o freddo? Beh! Chi mi conosce sa che sono pignolo in molte cose tra cui queste e devo dire subito che dobbiamo dimenticarci questo ‘modo di dire’!!! Lo so che una lucertola si dice sia a sangue freddo ma se vogliamo fare almeno un po’ gli scienziati dobbiamo abituarci a dire che una lucertola è ectoterma ed eteroterma!

Mi spiego subito…
‘Ecto’ vuole dire ‘fuori’ …e ‘terma’ indica il calore, la temperatura. ‘Etero’ vuole dire ‘diverso’. Quindi un ectoterma è qualcosa la cui fonte di calore è esterna ed un eteroterma è qualcosa che ha temperature diverse in diversi momenti e quindi diversa quantità di calore…

Possono poi esserci endotermi, la cui fonte di calore è interna (‘endo’ significa dentro) ed omeotermi, cioè sempre alla stessa temperatura (‘omeo’ ovvero uguale e costante).

Abituiamoci quindi ad usare queste parole: endoterma, ectoterma, omeoterma ed eteroterma!
Tornando alla nostra lucertolina, essa regola la sua temperatura prendendo più o meno sole.
Notate l’importanza del suo comportamento. Quando secondo lei sarà alla temperatura giusta, smetterà di stare al sole e prenderanno inizio le sue attività più dinamiche (come la caccia ad esempio) e la sua temperatura pian piano scenderà…(con velocità inversamente proporzionale alla sua massa)
Noi esseri umani invece produciamo calore dall’interno tramite le attività e le reazioni che avvengono nel nostro corpo. La temperatura poi è mantenuta costante con diversi meccanismi, ma noi ora dobbiamo parlare di dinosauri, quindi ci occuperemo magari di questi meccanismi in futuro…

Se già non lo sapevate, vi ricordo però che lo studio del passato, passa dalla conoscenza del presente (dell’attuale, dicono i paleontologi), quindi è importante conoscere gli organismi attuali per comprendere quelli del passato.
Ad esempio come facciamo a sapere che un mammifero è endoterma ed omeoterma?
Basta studiarlo in un certo modo: Misuriamo la sua temperatura in vari momenti della sua vita ed in luoghi a temperatura diversa, sia maggiore che minore della sua temperatura corporea e da qui dedurremo la sua capacità di produrre calore al freddo e di dissiparne al caldo per mantenere costante la sua temperatura…

Con un dinosauro lo possiamo fare?
Accidenti! Lo avete capito eh? Sapendo benissimo che la clonazione non è possibile per i dinosauri (vedi articolo dedicato), è ovvio che non potremo misurarne la temperatura mentre li osserviamo nei loro ambienti! “Ci vorrebbe la macchina del tempo!” …dico spesso ai ragazzi che accompagno in museo…
Quindi? La mia ‘presunta’ serietà professionale mi obbliga a dirvi che, se non possiamo studiarlo da vivo, non conosceremo mai l’andamento della temperatura di un organismo e meno ancora sapremo dove ricava calore.

Ma ci si può sempre ragionare un attimo!!! …e poi comunque “Mai dire mai!!!”.

Perdonate la prudenza, ma gli addetti ai lavori considerano questo argomento ‘un campo minato’!
Quasi per ogni teoria che spinge verso un modo di ‘gestire’ il calore corporeo, ce n’è un altra ugualmente attendibile ed esattamente opposta…

Un esempio:

Lo stegosauro al museo di Storia Naturale di Milano

Conoscete tutti gli Stegosauri?
Questi dinosauri giurassici (poveracci che vengono descritti erroneamente come ‘stupidi’, con due cervelli di cui uno nella coda, ecc) portavano sulla schiena delle piastre ossee molto vascolarizzate (cioè con molti vasi sanguigni). Qualcuno ha subito pensato che funzionassero da pannello solare per scaldare il sangue il che denoterebbe uno ‘stile di vita’ da ectoterma, ma esistono altri dinosauri degli stessi ambienti e dello stesso periodo, estremamente simili agli Stegosauri o comunque delle stesse dimensioni, che le piastre non le avevano e stavano bene lo stesso (solo per il fatto che viene trovato un fossile, possiamo considerare che una specie abbia avuto successo)…

Per essere un po’ più esaurienti (come mi ricorda puntualmente Daniele Tona) posso aggiungere che queste piastre, o comunque altre bizzarre strutture dei Dinosauri, potrebbero essere anche un carattere intraspecifico, ovvero che aiuti nel riconoscimento degli individui della stessa specie. Oppure potrebbero essere dei caratteri sessuali, un po’ come il piumaggio colorato di certi uccelli (una sorta di coda di Pavone!) che, unito a diversi comportamenti, serve ad attrarre le femmine prima dell’accoppiamento… Questo esempio però vi piacerà di più…spero!
Immagino che sappiate che il tessuto osseo è in parte poroso (ovvero tutto bucherellato!). Alcuni di questi pori sono i canali haversiani in cui passano i vasi sanguigni. Tramite essi, l’osso viene ‘nutrito’ e ‘rimodellato’, ovvero sciolto e ridepositato…e sono soprattutto i mammiferi a far ciò.
Mammiferi e Dinosauri hanno un numero molto elevato di canali rispetto ai rettili attuali che ne hanno molti di meno, il che porta a pensare che avessero un metabolismo simile, quindi che anche i Dinosauri fossero endotermi.
Un numero elevato di canali haversiani infatti è indice di alto tasso metabolico (ovvero Ossigeno consumato in rapporto alla massa per unità di tempo).
Già! Si farebbe presto a trarre questa conclusione …se non fosse che…
1 – Sono solo i grandi dinosauri e specialmente i Sauropodi ad avere le ossa simili a quelle dei mammiferi.
2 – I coccodrilli attuali che sono principalmente degli ectotermi, presentano un elevato rimodellamento osseo, il che toglie importanza alla struttura dell’osso dei Dinosauri come metodo d’indagine per ‘scoprire’ il loro metabolismo…

Sempre riguardo alle ossa, è importante notare che in quelle di mammiferi e dinosauri si notano raramente le linee di crescita, il che denota una temperatura interna costante e piuttosto elevata…ed un abbondante rimodellamento.

Temperatura elevata e più o meno costante però non significa endotermia!!! …e vedremo tra poco il perchè!

Sebbene non sia una caratteristica costante a tutto il gruppo dei Dinosauri, questi animali sono mediamente grandi. Solo poche specie erano piccole anche da adulte…
Essere grandi sembra un ottimo modo per poter mantenere la temperatura costante e relativamente alta anche solo con apporto di calore dall’esterno…
Già grossi coccodrilli e le grosse tartarughe terrestri (indubbiamente ectotermi) variano la loro temperatura tra il giorno e la notte di circa 1°C, questo perchè rispetto alla loro massa, la superficie da cui dissipare (perdere) il calore è relativamente bassa.
Facendo un piccolo conto sappiamo che, crescendo di dimensioni, la superficie è una grandezza che cresce al quadrato, mentre il volume cresce alla terza… quindi man mano che cresce la massa (che è direttamente proporzionale al volume), la superficie da cui dissipare calore cresce sempre di meno…

2²= 4     2³= 8     Differenza di 4 tra cubo e quadrato
3²= 9     3³= 27     Differenza di 24 tra cubo e quadrato
4²= 16    4³= 64     Differenza di 48 tra cubo e quadrato

Vedete?
Si arriva al punto che un grosso animale può avere temperatura costante e relativamente alta (superiore ai 30°C) anche con un metabolismo bassissimo.
Questo fenomeno viene chiamato gigantotermia o omeotermia inerziale.
Il metabolismo bassissimo sarebbe stato necessario altrimenti sarebbero dovuti scattare meccanismi di difesa dal surriscaldamento come nei grossi mammiferi (vedi gli elefanti attuali che dissipano calore dalle enormi orecchie…) e sembra che non esistessero meccanismi del genere nei dinosauri più giganti!

Ma i più piccoli come vivevano?
Che metabolismo avevano?
Forse erano ectotermi ed eterotermi e si comportavano come un piccolo rettile attuale…
I Dromeosauri (ovvero i parenti stretti del famoso Velociraptor) erano davvero tutti piumati come gli uccelli? Così sembrano rivelare gli abbondanti ritrovamenti cinesi…
Allora avevano già il metabolismo degli uccelli? Erano endotermi ed omeotermi?
Mai dire mai, ma per ora dovremo tenerci il dubbio.
Ciò che ci resta del passato non sono certo scambi di calore o scambi cellulari, ma solo ossa e a volte qualcosina in più…
Indubbiamente però resta un argomento affascinante forse proprio perchè se ne potrebbe discutere per giorni interi senza mai ripetersi!
Alla prossima!

La lunga strada per lavorare coi fossili e per diventare paleontologo/a

Raccontare questa cosa è un po’ come raccontare la storia della mia vita dal punto di vista lavorativo e, sul mio blog di divulgazione, lo faccio molto volentieri.

Un bel caffè

La prima cosa da fare per poter lavorare coi fossili è di certo applicarsi nello studio delle materie scientifiche…
Il mio passato di studente è durato parecchio, se considero che mi sono avvicinato ai banchi di scuola come tutti a circa tre anni e mi son portato a casa la laurea a circa 27 ed il tutto è stato abbastanza travagliato!
Di certo ho avuto periodi buoni e periodi meno buoni!
Dopo i classici tre anni di scuola materna, i cinque delle scuole primarie e i tre della medie, ho scelto di diventare perito meccanico presso un ITIS.
Mentre nei primi due anni ho avuto un ottimo rendimento, successivamente ho faticato a sopportare lo ‘stile’ di alcuni miei insegnanti con evidente peggioramento dei miei voti e del mio rendimento. Nonostante tutto, il piacere per la meccanica non l’ho mai perso.
Sono uscito da scuola convinto che non avrei mai più studiato e invece…
Dopo un anno a lavorare un po’ qui e un po’ là, avevo superato un test per un corso di programmazione in linguaggio C che ai tempi era una cosa piuttosto nuova, ma il giorno stesso è arrivata la classica cartolina blu che mi ‘invitava’ a partire per assolvere il servizio di leva militare!
E vabbè. Se ne riparlerà tra un anno!!!

A militare, poco dopo aver compiuto i miei vent’anni, sono arrivati in caserma due ingegneri di 26 e 27 anni. Uno di questi era nella mia cameretta e vedeva che leggevo parecchio. Un giorno in cui ho detto che mi sarebbe piaciuto tornare a studiare mi ha consigliato di iscrivermi in università e mi ha pure convinto!
Cambiamento radicale però: Mi iscrivo a Scienze Naturali che unisce materie di base come Matematica, Fisica, Chimica a quelle delle Scienze Biologiche e della Terra.

Pronti via! E’ novembre del 1994 quando mi presento alle 8 del mattino in aula 100 del settore didattico di via Celoria 20 a Milano! Che ricordi… Lì già dal primo giorno ho incontrato gente con cui avrei diviso poi parecchi anni ed esperienze della mia vita, Ivan, Paola, Antonella, Davide, Daniele, Marco, Alessandra…
Sta di fatto che dopo alcuni anni, a volte spensierati, a volte un po’ meno, sono arrivato alla laurea! E’ stato durante il primo mese di corsi che ho sentito parlare dei fossili.
Di quel che ho studiato poi mi è piaciuto quasi tutto, soprattutto la paleontologia, la botanica, la glaciologia, la fisiologia, la geografia fisica…
Ho scelto comunque di fare una tesi paleontologica che ho concluso con esito discutibile per svariati motivi, ma non certo per la mancanza di impegno ed entusiasmo…
L’ultimo anno di università mi è capitato per caso di dover sostituire una Guida, su alla Grotta dell’Orso del Monte Generoso e di poter aiutare alcuni tesisti tra cui Fausto nello scavo dei fossili di Ursus spelaeus.
Da lì, ho continuato a frequentare l’Università per gli scavi in grotta e soprattutto per la pulitura e preparazione dei fossili che trovavamo…
E’ questo che son diventato: un preparatore di fossili, cioè colui che cerca i fossili e poi li rende disponibili alla studio o all’esposizione.
In effetti poi mi son dedicato anche alla ricerca e preparazione di fossili di altri siti di scavo, ultimo tra questi la ‘Grigna Settentrionale’ coi suoi pesci di più di duecento milioni di anni fa…
Un preparatore poi deve sapere realizzare i calchi, cioè le copie esatte dei fossili. Io ad esempio me la cavo molto bene su quelli in lastra! In 3D non mi ci sono ancora dedicato, ma all’occorrenza imparerò!

Colorazione di un Calco (Foto di Stefano Marchina)

Strumenti per la preparazione

Nel mio lavoro, basi di Meccanica sono indispensabili per mantenere efficenti gli strumenti o per costruirne di nuovi. Servono anche basi di Educazione Artistica per la colorazione dei calchi o per garantire un buon risultato estetico qualora il fossile venisse esposto…
Ultimo ma non meno importante è anche indispensabile saper dialogare con gli studenti o gli appassionati che si incrociano abbondantemente svolgendo questo lavoro.
Questo è il curriculum che viene richiesto normalmente ad un preparatore in un Museo o Università statunitense…senza dimenticare le gambe buone e la possibilità di trasportare carichi di qualche decina di chili anche su terreni molto ripidi!!!

Per diventare veri Paleontologi??
Bisogna studiare i fossili, cioè descriverli, collocarli nell’albero filogenetico delle specie e cercare di ricostruire il loro ambiente e per quanto possibile la loro vita…
Di solito io non mi occupo di questo, ma mi piace molto chiacchierare coi paleontologi e dire la mia riguardo ai loro studi, soprattutto sui fossili preparati da me e che sento quasi sempre un po’ miei!

Lo trovo un bel modo di lavorare e di stimolare la mente!
Ogni volta nella ricerca e preparazione c’è qualche problema da risolvere e mi piace cogliere la sfida che ne deriva inventando sempre qualcosa per uscirne bene …possibilmente!!!

Gita sul Monte San Giorgio …Nel patrimonio dell’UNESCO

Stefano Rossignoli 28 giugno 2010

Venerdi 11 giugno 2010 ho avuto la fortuna di partecipare ad un uscita sul Monte San Giorgio con Andrea e Marcus, grandi conoscitori di quelle zone dal punto di vista storico e paleontologico…
Ero in compagnia anche di Stefano un amico paleontologo di Firenze e della mia collega Veronica.

Monte San Giorgio dal Monte Generoso

L’obiettivo della giornata era quello di scovare angoli particolarmente belli e curiosi per un reportage fotografico dell’amico fiorentino…
Il Monte San Giorgio, da parte Svizzera è già inserito nei siti dell’UNESCO mentre da parte Italiana è ancora in corso la sua candidatura.
In futuro si spera che sia possibile rendere visitabili alcune bellezze di questa montagna, attraverso sentieri ben segnati che già in parte esistono, cartellonistica e visite guidate…

La visita è così partita dall’alto in senso geografico e cioè da Serpiano (CH), dal belvedere di un ‘albergone’ che si affaccia sulla parte occidentale del Lago di Lugano.

Appena dietro l’albergo esisteva una miniera di Barite (un minerale particolarmente pesante dai diversi usi).
Ora la miniera è pericolosa in quanto fino a un po’ di anni fa è stata usata come discarica…
L’idea del progetto UNESCO è di riaprirla e renderla visitabile dopo averla bonificata!
Da Serpiano, verso Meride la strada scende in angoli sempre più belli e su un ampio tornante verso destra supera un vallone che incrocia un sentiero che verrà sistemato per le visite dei turisti.
Scendendo attraverso questo sentiero si possono ancora notare gli scavi paleontologici (per ora abbandonati) dell’università di Zurigo. Qui sono stati trovati parecchi ed interessanti fossili di vertebrati ed invertebrati!!!
Molto spesso camminando per il Monte San Giorgio si incrociano cave e miniere oggi per la maggior parte in disuso…

Il Monte San Giorgio è interessante per molti aspetti, sia storici che naturalistici.

Storicamente è famoso soprattutto per l’estrazione degli ‘scisti bituminosi’ di Besano e dei Calcari di Viggiù (paese in cui quasi tutti gli abitantii avevano un laboratorio sotto casa per lavorare la pietra…)
Gli scisti bituminosi sono dei calcari con elevato contenuto in materia organica semidecomposta, ovvero idrocarburi.
Si pensava di utilizzare questa roccia per estrarre idrocarburi da utilizzare per l’illuminazione di alcune città della Pianura Padana.
Questo progetto fallì, ma si continuarono ad estrarre per anni gli scisti per produrre il Saurolo, un olio medicamentoso molto simile all’Ittiolo che viene ancora prodotto in Germania…

Geologicamente parlando, fa parte della Placca Adriatica (placca di origine africana) che è andata in collisione con il sud dell’Europa a partire da circa 45 milioni di anni fa formando le Alpi e si trova proprio sul confine tra le due placche.

Paleontologicamente è interessantissimo per la presenza di numerosi affioramenti fossiliferi molto indicativi per il Triassico medio, anche se la successione va almeno dal permiano fino a parte del giurassico.
Essendo immersi verso sud nonchè più inclinati del versante della montagna, gli strati che formano il Monte San Giorgio vengono incrociati (scendendo da Serpiano a Meride) dal più antico al più recente.
(Per questo motivo ho voluto precisare che a Serpiano siamo in alto in senso geografico. In senso paleontologico a Serpiano siamo in basso, cioè negli strati più antichi!),

La visita è continuata con un pranzo succulento e poi un veloce passaggio a quel che dovrebbe diventare il ‘Museo del San Giorgio’ a Clivio…
Nel pomeriggio poi abbiamo visitato due angoli da sogno, ovvero la cava di Viggiù e un affioramento di Rosso Ammonitico lungo un torrente (mi informerò quale!)

La cava è spettacolare… Meno spettacolare doveva essere lavorarci, ma entrare ora è come fare un tuffo nel passato di schiene, muscoli stanchi e vite umili che brulicavano in quell’antro.
La cava ora è monitorata per verificarne la stabilità per rendere anch’essa visitabile in futuro…
Per quanto riguarda l’affioramento di rosso ammonitico devo proprio informarmi sul luogo preciso perchè è un posto da sogno… Una scusa per chiedervi di rileggere l’articolo prossimamente!!!
A presto.

Stefano!

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