Le grandi glaciazioni quaternarie. Parte I

Stefano Rossignoli – 5 Aprile 2011

Nell’immaginario collettivo di bambini, giovani e meno giovani appassionati di scienze ci sono di certo le glaciazioni quaternarie.

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Il quaternario (vedi scala dei tempi geologici) è un periodo di tempo, il cui limite inferiore è stato cambiato di recente a 2.6 Ma (milioni di anni). Durante questo periodo, soprattutto durante gli ultimi 800000 anni, il clima è cambiato almeno 8 volte a scala globale (vedi articolo dedicato) passando per 8 fasi glaciali e 7 interglaciali.

Una fase glaciale ovviamente sta ad indicare un periodo di tempo in cui i ghiacciai sono avanzati in tutto il globo ed in entrambi gli emisferi, quindi le temperature globali si sono abbassate di qualche grado in modo da Leggi tutto “Le grandi glaciazioni quaternarie. Parte I”

Conoscere le temperature del passato…

E’ sicuramente facile accedere alle banche di dati raccolti dai centri meteorologici nelle ultime decine di anni, ovvero da quando esiste la meteorologia…

Stazione Meteo nei pressi del Colle Changere – Val di Rhemes (AO)

Ma per conoscere le temperature del passato (passato inteso come migliaia o addirittura decine e centinaia di migliaia di anni) come procediamo?
Chi, o meglio, cosa ha potuto registrare le temperature di così tanto tempo fa?
Nessuno di certo si è messo a scriverle e, bene che vada, i primi dati scritti possono risalire a pochissime migliaia di anni fa.

Per nostra fortuna però, in natura esistono ‘registratori’ di temperatura a frequenza stagionale e sono principalmente i ghiacciai polari (soprattutto in Antartide e in Groenlandia).
Anche i sedimenti oceanici sono ottimi ‘registratori’. Anche se non a cadenza stagionale, forniscono dati perfettamente correlabili a quelli ottenuti dai ghiacciai. Anche l’abbondanza dei pollini contenuti in alcune successioni sedimentarie possono indicarci molto bene l’andamento delle temperature a seconda dell’abbondanza relativa di specie individuate…

Ci occuperemo comunque soprattutto dei primi…

Il δ 18 O0/00 – Stefano Rossignoli 23 gennaio 2011

Val di Rhemes (AO)

Nelle immagini, alcuni ghiacciai e zone delle Alpi a cui sono particolarmente affezionato…

Scrivere di temperature medie globali su un sito divulgativo, sembra voler dire per forza occuparsi di ‘riscaldamento globale’ o, detto all’Inglese, di ‘global warming’.

Invece, su scienzafacile ci occuperemo semplicemente di capire come viene registrato questo aumento delle temperature attualmente in corso!
Per poter dire che esiste un riscaldamento globale, dobbiamo assolutamente conoscere le temperature del passato in modo da confrontarle con quelle attuali e quindi poter dire che sono superiori!

Per fare ciò, abbiamo bisogno di una registrazione e archiviazione dei dati.
E’ sicuramente facile accedere alle banche di dati raccolti dai centri meteorologici nelle ultime decine di anni, ovvero da quando esiste la meteorologia…

Stazione Meteo nei pressi del Colle Changere - Val di Rhemes (AO)

Ma per conoscere le temperature del passato (passato inteso come migliaia o addirittura decine e centinaia di migliaia di anni) come procediamo?
Chi, o meglio, cosa ha potuto registrare le temperature di così tanto tempo fa?
Nessuno di certo si è messo a scriverle e, bene che vada, i primi dati scritti possono risalire a pochissime migliaia di anni fa.

Per nostra fortuna però, in natura esistono ‘registratori’ di temperatura a frequenza stagionale e sono principalmente i ghiacciai polari (soprattutto in Antartide e in Groenlandia).
Anche i sedimenti oceanici sono ottimi ‘registratori’. Anche se non a cadenza stagionale, forniscono dati perfettamente correlabili a quelli ottenuti dai ghiacciai. Anche l’abbondanza dei pollini contenuti in alcune successioni sedimentarie possono indicarci molto bene l’andamento delle temperature a seconda dell’abbondanza relativa di specie individuate…

Ci occuperemo comunque soprattutto dei primi… Leggi tutto “Conoscere le temperature del passato…”

L’origine dei Laghi sub-alpini

Lago Maggiore, Lago di Lugano, Lago di Como, Lago d’Iseo, Lago di Garda… hanno tutti un’origine comune.
Perchè parlare dell’origine di questi laghi?
L’argomento mi affascina perchè permette di comprendere ancor meglio una piccola fetta della storia del nostro pianeta che ci riguarda da vicino…

Stefano Rossignoli 8 aprile 2010

Monte San Giorgio e lago di Lugano dal Monte Generoso

Lago Maggiore, Lago di Lugano, Lago di Como, Lago d’Iseo, Lago di Garda… hanno tutti un’origine comune.
Perchè parlare dell’origine di questi laghi?
L’argomento mi affascina perchè permette di comprendere ancor meglio una piccola fetta della storia del nostro pianeta che ci riguarda da vicino…

Un bel giro sui ‘nostri’ laghi resta sempre qualcosa di affascinante dal punto di vista naturalistico, e anche storico, ma a cosa dobbiamo la loro origine?

In passato, vista la forma ad U del fondale di questi laghi, si pensava che l’origine fosse glaciale.
Infatti, sappiamo che nelle glaciazioni quaternarie avvenute tra almeno  800.000 e 20.000 anni fa circa, queste zone erano ricoperte da ghiacciai spessi anche migliaia di metri che hanno lasciato enormi morene fino all’attuale Pianura Padana.
E dove passano i ghiacciai, data la loro capacità erosiva e il sedimento trasportato alla base, normalmente rimane una vallata che ha una forma di U.
Questo è tutto vero, ma attraverso i rilievi geosismici si è visto che il fondale di questi laghi è occupato da detriti e sedimenti per una profondità di decine e a volte centinaia di metri…
Più sotto poi si trovano le rocce, ma il profilo del fondo roccioso ha rivelato una sorpresa: E’ di forma a V e le vallate che hanno questa forma sono sempre di origine fluviale, cioè sono state scavate da un fiume…
Fin qui tutto a posto. Semplicemente i grandi ghiacciai quaternari sono passati in valli che esistevano già, ma il particolare più curioso è che il livello più basso delle valli fluviali, in corrispondenza dei laghi subalpini si trova più di 400m sotto il livello del mare attuale.

Lago Sub-alpino - Schema semplificato

Qui devo precisare che un fiume (salvo per un breve tratto dopo la sua foce oppure nelle zone continentali depresse, cioè sotto il livello del mare) di solito non può scavare più in basso del livello del mare …quindi???

Il livello del mare è stato più basso dell’attuale…

Se avete parlato qualche volta con un geologo o con un naturalista riguardo il livello del mare globale, vi avranno detto che più o meno 100m è sempre stato quello. …salvo rare eccezioni!!!

Una di queste eccezioni è proprio il Mar Mediterraneo.

Abbiamo già parlato dei movimenti della crosta terrestre e sappiamo che tutto cambia ad ogni istante ed è possibile ricostruire parte di questi movimenti del passato

Circa 7 milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo era collegato all’Oceano Atlantico attraverso due stretti (non solo da uno come ora che è collegato all’Atlantico tramite lo Stretto di Gibilterra).
Poi, tra i 7 e i 6 milioni di anni fa circa, nel periodo Messiniano, a causa dei movimenti della crosta terrestre, i due stretti si sono chiusi e il Mar Mediterraneo si è più o meno prosciugato.
Questo è dovuto al fatto che il clima caldo caratteristico del Mar Mediterraneo fa evaporare molta più acqua di quella che viene immessa dai fiumi europei e africani. Se per assurdo si chiudessero ora lo stretto di Gibilterra e il canale di Suez (scavato artificialmente!), il Mar Mediterraneo inizierebbe a prosciugarsi anche oggi!!!
Il Mar Mediterraneo mantiene infatti il suo livello per la continua, anche se variabile, immissione di acqua dall’Oceano Atlantico e dall’Oceano Indiano (attraverso lo stretto di Gibilterra, il Mar Rosso e il Canale di Suez).

Nel Messiniano però si interruppe più volte l’ingresso di acqua atlantica (Il canale di Suez non c’era!!!) e così il livello del Mediterraneo cominciò ad abbassarsi.
Di conseguenza il corso dei fiumi si allungava e questi scavavano anche dove non avevano mai scavato prima formando valli sempre più profonde…

Nel frattempo, mentre l’acqua evaporava, si depositava sul fondo anche una grandissima quantità di sali che erano sciolti nell’acqua, principalmente Salgemma (cioè il sale marino chiamato anche Halite) e Gesso.
Questo strato di sali è stato trovato inizialmente tramite rilievi geosismici e successivamente attraverso le perforazioni ed è una prova ulteriore dell’abbassamento del livello del Mediterraneo per evaporazione.

Quando poi si aprì ‘definitivamente’ lo stretto di Gibilterra, l’acqua occupò nuovamente il bacino del Mediterraneo che ritornò al suo livello abituale.
Iniziò a formarsi la Pianura Padana per l’accumulo dei sedimenti fluviali circa 4 milioni di anni dopo iniziò il Quaternario con le sue grandi glaciazioni che portarono la zona dei laghi subalpini alla situazione attuale che ben conosciamo.

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