Stefano Rossignoli 4 settembre 2012
Il confronto visivo di un ghiacciaio in diversi periodi di tempo è una delle cose più comuni operata negli ultimi anni per tantissimi ghiacciai di tutto il mondo.
Esistono veri e propri archivi fotografici di ghiacciai ripresi dallo stesso punto anno per anno o quasi …a volte da più di un centinaio di anni ed è inevitabile vederne l’incredibile dinamica …anche piuttosto veloce… di avanzamenti e arretramenti.
Ora molti sono visibili via web-cam e i Glaciologi li esaminano anche via satellite…
Quando mi sono presentato pochi mesi fa dal mio Professore di Geografia Fisica nonché Glaciologo “Claudio Smiraglia” per chiedergli se potessi usare alcuni dati in una lezione del corso di Alpinismo nella mia sezione del CAI (titolo della lezione: “Morfologia e Dinamica Glaciale”), il Professore mi ha chiesto:”Hai visto la web cam sul Ghiacciaio dei Forni?”. …e io ignorante non l’avevo ancora mai vista… Per voi è qui: http://www.umbriameteo.com/webcam/ghiacciaiodeiforni/
Sui vari ghiacciai i crepacci e gli inghiottitoi, ogive, bande di Forbes, ecc, avanzano a volte anche decine di metri all’anno.
Si formano nuove morene, altre fondono e si modificano.
I crepacci si aprono, si chiudono ma quel che ultimamente cambia in modo più evidente è la localizzazione della fronte e lo spessore del ghiaccio.
Il fenomeno è studiatissimo, conosciuto e padroneggiarlo richiede la gestione di un’immensa mole di dati a livello globale.
I ghiacciai rispondono in base alle condizioni climatiche e, più fa caldo, più il ghiaccio e la neve fondono togliendo alimentazione al ghiacciaio. Il ghiacciaio vive di neve e se il caldo la fonde tutta, lui può solo continuare a scorrere e a fondere…
Ormai da un po’ di anni si guarda ai ghiacciai come ottimi indicatori climatici (anche paleoclimatici – vedi link) seppur abbiano una certa inerzia nella risposta secondo le loro dimensioni. Più sono grossi, più tendono a rispondere in ritardo alle variazioni climatiche, comunque prima o poi rispondono!
I ghiacciai della Val di Rhemes, per quanto sia ancora estremamente affascinante trovarcisi in mezzo, sono piccoli ghiacciai rispetto a quelli a nord delle Alpi o in altre parti del mondo.
Così hanno risposto quasi immediatamente al recente innalzamento delle temperature medie.
Se siete interessati all’argomento “ghiacciai” avrete piacere di vedere l’ultimo articolo dedicato all’esarazione glaciale e magari gli ultimi video-post sul ghiacciaio della Tzanteleina…tutti dalla Val di Rhemes!
Per continuare a parlare della Val di Rhemes, ecco che potete fare voi stessi il confronto tra il ghiacciaio di Goletta nel 1987 rispetto a quello che avete visto qui sopra.
Queste sono un paio di foto scattate da me e mio fratello negli anni ottanta (1987) durante una gita il primo anno che facemmo le vacanze da quelle parti. Furono vacanze molto esplorative!!!
Queste immagini parlano da sole.
Ho comunque indicato in rosso alcuni riferimenti morfologici per facilitarvi nella percezione delle variazioni di estensione e di spessore del ghiaccio. In questa situazione il ghiacciaio perdeva massa per calving, cioè si rompeva e crollava sotto forma di blocchi; veri e propri piccoli iceberg che galleggiavano fondendosi nel lago di Goletta. In foto se ne vede uno vicino alla fronte glaciale.
Notate oltre tutto qui sotto in vista frontale come nel 1987 ci fossero crepacciate dove invece oggi ci sono ampie zone di roccia scoperta che attirano ulteriore calore ed aumentano l’entità dell’ablazione, ovvero della fusione del ghiaccio…
Vi facilito il lavoro di confronto appaiando le quattro miniature delle immagini anche se credo che avrete già capito la situazione.
Accidenti! Proprio adesso che mi è tornata voglia di muovermi sul bel ghiaccio di ghiacciaio…
Speriamo in una nuova inversione di tendenza del clima!
…e magari noi cominciamo a muoverci di più a piedi e in bici lasciando se possibile la macchina in garage…smettiamo di comprare e accendere condizionatori (che una volta si viveva anche senza!) e quest’inverno magari abbassiamo di mezzo grado il riscaldamento (Non parlo ovviamente a chi lo tiene gia a 16°C o a chi è malato!!!).
Comunque presto e inevitabilmente ci sarà da ridimensionare anche il modo e la frequenza con cui spostarci.
E la Terra si riprenderà i suoi spazi!