Erosione e dissoluzione!

Stefano Rossignoli 31 ottobre 2013

…dal diario estivo 2013…e un video del 2012…

erosione e dissoluzione 1
erosione e dissoluzione – Cresta di Piancaformia – rifugio Bogani sullo sfondo a sinistra.

Vedi anche i Campi Carreggiati fotografati da Luca Inzerillo.

Sono sulla Grigna settentrionale!

E’ una magnifica giornata d’estate. Mi reco al rifugio Bietti-Buzzi a trovare un’amica che poi invece non c’è!!! Quindi, dopo un bel piatto di pasta e una coca, attraverso la via dei Guzzi e la Cresta di Piancaformia (questi ultimi due, come molti altri sentieri delle Grigne, sono percorribili solo da Escursionisti Esperti!) salgo sulla Cima del Grignone dove si trova il Rifugio Brioschi.

Per la discesa percorrerò tutta la parte bassa della Cresta di Piancaformia in una serata calda e solitaria nonostante sia domenica…

La cresta si sviluppa quasi totalmente sui Calcari massicci di Piattaforma (vedi link) e in alcuni punti si incontrano i Karren, forme dovute alla dissoluzione della roccia ad opera dell’acqua piovana.

Karren - dissoluzione ed erosione sulla Cresta di Piancaformia in Grignone
Karren – dissoluzione ed erosione sulla Cresta di Piancaformia in Grignone

I Karren vengono scavati proprio dall’acqua piovana che diventa acida mischiandosi con i gas dell’atmosfera. Quando arriva a terra, l’acqua si mischia anche con gli acidi del terreno diventando più “aggressiva” e scioglie (nel vero senso della parola) il calcare.

La molecola del Calcare infatti, così come quella del Salgemma o Halite (che è il nome mineralogico del sale da cucina), può essere separata in due parti dall’acqua. Quando viene separata così, chimicamente, si dice che Leggi tutto “Erosione e dissoluzione!”

I fossili alla scuola primaria – terza elementare

di Stefano Rossignoli

Ascolta il file audio dell’articolo in formato .mp3

Articolo In continuo aggiornamento

Un Rettile Marino addenta un'Ammonite
Un Rettile Marino addenta un’Ammonite

Questo piccolo e semplice post è soprattutto dedicato ai ragazzi e ragazze di terza elementare, alle e agli insegnanti della scuola primaria! …ma  chiunque può leggerlo!!!

Nel caso di ragazze e ragazzi di terza elementare, quando siete su inernet, consiglio di leggere una paginetta per volta e meglio se in compagnia di un adulto…

Approfitto di questo post anche per augurare a tutte e a tutti, insegnanti, alunni e impiegate/i scolastici un ottimo anno scolastico 2013/2014 a nome di scienzafacile.it.

Ma ora cominciamo!

Ciao a tutte e a tutti!

Bene! Prima di tutto, quando si parla di qualche cosa, bisogna sapere di cosa parliamo!

Parliamo di Fossili.

I fossili sono “Ciò che rimane degli esseri viventi del passato”. Si conservano solo alcune parti, quelle più resistenti, di solito le parti dure.

In alcuni casi molto rari si può conservare anche l’intero organismo, ad esempio nel caso del congelamento. E’ capitato di trovare Mammut, Bisonti e Rinoceronti congelati da millenni,  anche alcuni semi delle piante…

Quando accompagno le visite guidate in Museo a Milano, molto spesso i vostri compagni mi dicono che i fossili sono le ossa dei Dinosauri, ma non basta! Anche altri esseri viventi possono conservarsi per tanto tempo, esseri viventi di tutti i tipi: animali, piante e a volte anche esseri viventi che non conosciamo molto bene.

Vi siete mai chiesti come facciamo a sapere come si muovevano gli animali del passato, ad esempio i Dinosauri o i nostri antichi parenti ominidi?

Non basta studiare le ossa!

E anche per sapere cosa mangiavano, non basta studiare la forma dei denti!

I Paleontologi, che sono scienziati studiosi di fossili, per rispondere a queste domande studiano fossili importantissimi, cioè le tracce, come veri e propri investigatori.

I fossili allora sono CIO’ CHE RIMANE DEGLI ESSERI VIVENTI DEL PASSATO, COMPRESE LE TRACCE che questi esseri viventi hanno lasciato.

Grazie alle tracce fossili a volte possiamo capire come venivano appoggiate le zampe degli animali, possiamo sapere se strisciavano, camminavano, correvano, se appoggiavano la coda quando si muovevano e se appoggiavano il corpo a terra quando si fermavano, possiamo ricostruire la loro velocità studiando la distanza tra le orme.

NON possiamo invece conoscere il peso dell’animale. La stessa bestiola può lasciare impronte di diversa profondità in base alla durezza della superficie su cui si muove…

Se vengono trovate tracce di denti sulle ossa o sul guscio di un altro animale e la forma e posizione dei denti coincidono con quella dei denti di un animale già conosciuto, si può capire chi si è cibato di quell’animale. Questo è il caso del disegno in apertura in cui un Rettile Marino addenta un Mollusco per ucciderlo e mangiarlo.

A volte possiamo sapere semplicemente che in un certo posto ci sono stati degli animali, trovando le loro tane o i loro escrementi o le loro uova, le loro tracce. E raramente possiamo capire che animale le ha lasciate di preciso.

Una tana
Una tana

Per poter capire tutte queste cose, bisogna imparare a conoscere molto bene le tracce lasciate dagli animali di oggi in modo da poterle confrontare con quelle del passato.

Un nido di uccello e un nido di Dinosauro ad esempio hanno molto in comune!

Un nido di Dinosauro
Un nido di Dinosauro

Vediamo qualche esempio di altri tipi di tracce:

La traccia 1 dovreste conoscerla molto bene! E’ la traccia di un bipede, cioè di uno che cammina su due zampe. E’ la nostra camminata!

Provate a fare un esperimento, se avete la fortuna di poterlo fare, (oppure assistite usando un amico o amica come cavia!) magari quando andate al parco o a fare una passeggiata: in un luogo dove lasciate delle tracce, provate a passare camminando, poi camminando più veloce e poi correndo e a confrontare le tre piste di impronte! Cosa cambia? Quando aumentate la velocità fate i passi più lunghi e appoggiate i piedi uno davanti all’altro, non di fianco, Vero? E’ così che si comincia a conoscere le tracce del passato. Conoscendo prima le nostre!

La traccia 2 quindi è di un bipede che corre (potrebbe essere la traccia di un Dinosauro)!

La traccia 3 è di un bipede coi piedi simili al 2 ma che cammina lentamente.

La traccia 4 è la traccia di un uccello attuale che cammina. Potrebbe essere di un airone ad esempio.

Tracce come queste vengono chiamate “tracce di spostamento”.

 

Noi però pensiamo quasi sempre a grossi animali vertebrati con le zampe, ma anche vermi, molluschi e altri piccoli invertebrati possono lasciare tracce molto chiare.

Tracce di vertebrati e invertebrati
Tracce di vertebrati e invertebrati

Abbiamo visto le tracce lasciate da alcuni animali. La A, la B e la C potrebbero essere tracce  di Dinosauro…

Le prime due potrebbero essere dello stesso tipo di animale bipede che si muoveva a velocità diverse.

La terza è la traccia di un quadrupede che camminava tranquillamente.

La “d” è la traccia di una lucertola. Si nota che striscia lievemente col corpo e serpeggia a destra e sinistra.

La “e” potrebbe essere la traccia di un verme, un mollusco o comunque un animale che scava un passaggio nel sottosuolo.

La “f” è la traccia di un artropode, qualcosa di simile a un millepiedi …o magari a un Trilobite.

Guarda QUI le tracce dei porcellini di terra che ho osservato il 26 novembre 2013

Ce ne sarebbero molte altre! …quanti tipi di tracce esistono!!!

Se vuoi approfondire il discorso sulle tracce fossili, avevo fatto un paio di video-post.

Ecco i links:

Le tracce fossili – parte 1

Le tracce fossili – parte 2

Se vuoi andare alla pagina successiva clicca qui sotto!

Il Monte generoso era fuori dai ghiacciai Quaternari?

Stefano Rossignoli – luglio 2013

E’ sera.

Ho lavorato tutto il giorno come guida alla Grotta dell’Orso sul Monte Generoso.

Qualche giorno fa mi sono quasi rotto un braccio e non riesco ancora a guidare la mia splendida bicicletta.

Oggi comunque ho voglia di farmi un giro per la montagna e decido di percorrere a piedi buona parte del Versante Occidentale della montagna.

Il sentiero che sto percorrendo è bellissimo, piuttosto curato e attraversa un ambiente eccezionale.

E’ sempre facile ma decisamente pericoloso a causa della pendenza di questo versante e uscire dal sentiero o scivolar fuori in alcuni punti non darebbe speranza di scamparla. Diciamo che non ci porterei un bambino o una persona non abituata a camminare in montagna…

Il ripido versante poco sotto "Bellavista"
Il ripido versante poco sotto “Bellavista”

 

Sono partito da Bellavista nei pressi della stazione intermedia del trenino a Cremagliera che porta alla Vetta del Monte Generoso.

Da qui, a circa 1300m di quota, il sentiero attraversa il versante a mezza costa e in leggera discesa. Ad un certo punto poi, dei ripidi tornanti mi fanno perdere quota fino a circa 1000m.

Arrivo all’Alpe di Melano a 917m sul livello del mare. Questo è un luogo incantato.

Uno scorcio dall'Alpe di Melano
Uno scorcio dall’Alpe di Melano

Mi fermo ad osservare il paesaggio e il Lago di Lugano dall’alto.

Mi rinfresco ad una sorgente nelle vicinanze dell’Alpe.

A questa quota, la montagna al suo interno è carica di acqua e alcune sorgenti sono sempre attive.

Sorgente nei pressi dell'Alpe ma un po' fuori mano!
Sorgente nei pressi dell’Alpe ma un po’ fuori mano!

A quote più elevate la montagna si riempie d’acqua solo in caso di piogge importanti poi, più o meno velocemente, l’acqua scorre o comunque percola verso il basso attraverso gli strati e le abbondanti grotte per poi fuoriuscire alle quote più inferiori…

Riparto sul sentiero che continua a mezza costa sui ripidi pendii occupati da rocce e bosco.

Qualche camoscio cammina davanti a me anticipandomi sul sentiero.

Su un costone della montagna, a quota leggermente inferiore ai 900m, mi rendo conto che l’ambiente cambia.

Il versante in qualche punto è meno inclinato e non affiorano più le rocce calcaree del Monte Generoso ma mi trovo circondato da massi di Gneiss e di Granito, due rocce che non dovrebbero trovarsi da queste parti ma al centro delle Alpi…

 

Grosso masso erratico di Gnaiss - Il bastone appoggiato è lungo circa un metro
Grosso masso erratico di Gnaiss – Il bastone appoggiato è lungo circa un metro

Questi sassi che vanno dalla dimensione della ghiaia fino a qualche metro cubo, sono qui perchè sono stati depositati dai ghiacciai quaternari, ovvero quelli che fino a poco meno di 20000 (ventimila) anni fa partivano dal centro delle Alpi e percorrevano anche la valle attualmente occupata dal Lago di Lugano trasportando e depositando il materiale preso in carico durante il loro lungo tragitto verso la Pianura Padana…

Per il loro “Errare”, nel senso di “Viaggiare”, queste rocce vengono chiamate “Massi Erratici”, “Trovanti Glaciali” o semplicemente “Erratici” o “Trovanti” e mostrano spesso fino a che quota il ghiacciaio lambiva le Montagne come il Monte Generoso.

Differenza tra la roccia tipica del Monte Generoso (calcare di Moltrasio) e un piccolo masso di granito proveniente dalle Alpi Centrali
Differenza tra la roccia tipica del Monte Generoso (calcare di Moltrasio) e un piccolo masso di Granito proveniente dalle Alpi Centrali

Ho scritto questo semplice articolo perchè molto spesso i turisti, i passanti e alcuni visitatori della Grotta in cui lavoro mi dicono che il Monte Generoso era fuori dai ghiacciai ma, come sempre, è tutto relativo!

Non mi accontento di affermare che i Ghiacciai sul Monte Generoso c’èrano ma, in stile con scienzafacile, ho voluto spiegare il motivo per cui si può affermare che qui i ghiacciai c’erano, arrivavano ad una quota di circa 900m sul versante occidentale mentre solo i restanti 700m superiori di montagna restavano fuori dal flusso glaciale come fossero una “Piccola” isola in un mare di ghiaccio di ghiacciaio in movimento!

La Photogallery completa su www.stefanorossignoli.com – Photogallery

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