Stefano Rossignoli 13 luglio 2012 – Pubblicato il 21 nov 2013
Scienzafacile ha uno style e soprattutto ce l’ho io, Stefano, ideatore di questo sito, ovvero, testuali parole:”Finchè riusciremo, non verranno mai giudicati negativamente altri lavori, ma baderemo semplicemente a fare bene il nostro.”
Sono sempre convinto che lamentarsi non serva a nulla e si debba essere assolutamente positivi, propositivi ed offrire alternative, altrimenti vincono sempre gli altri.
Oggi però (quasi due anni fa!!!), la goccia ha fatto traboccare il vaso ed eccomi qui a descrivere la mia posizione (di cui mi prendo piena responsabilità – guest bloggers esclusi) riguardo la situazione e le possibilità della divulgazione scientifico-paleontologica in Italia…e la cosa potrà comprendere qualche giudizio negativo verso gli altri e anche verso di me.
La vera divulgazione scientifica in Paleontologia si può fare solo in via ufficiosa. In via ufficiale è praticamente impossibile.
I divulgatori scientifici paleontologici non possono far vedere come stanno le cose in toto ed hanno continuamente le mani legate dalle assurde leggi dettate e fatte più o meno rispettare dalla sopraintendenza ai beni Archeologici le cui leggi, coi FOSSILI (quindi con la PALEONTOLOGIA che è ben diversa dall’ARCHEOLOGIA) non c’entrano. (Vi rammento che Archeologi e Paleontologi non studiano le stesse cose per quanto le due discipline si incrocino spesso).
Sta di fatto che:
I fossili non si possono cercare scavando (salvo autorizzazione di quelli lì di cui sopra) e sul fatto che la ricerca non debba essere troppo invasiva e deturpante e dovrebbe seguire una certa etica e regolamento sono d’accordissimo.
I fossili italiani non si possono vendere (e su questo potrei essere QUASI d’accordo, almeno per un certo tipo di fossili …ma per quelli delle cave???).
Una cosa assurda poi: se trovo qualcosa, ce l’ho in mano ma non posso farlo vedere, non posso far vedere una foto online, ecc…poi che io lo faccia comunque è un altro discorso ancora. Ma perchè?
E’ davvero strano! Forse la cosa peggiore che ti può capitate dal punto di vista legislativo è TROVARLO un fossile!!!
I fossili non si possono ormai nemmeno ricopiare facendo stampi in silicone.
Recentemente una sciocca legge ha vietato l’uso di materiali a contatto (ad esempio proprio il silicone) per fare matrici (gli stampi dei fossili) da cui ottenere calchi a costo accettabile in resina o gesso, ecc… Bisognerebbe farli con un laser-scanner, macchine che replichino il 3D, ecc ma i costi per ora sono insostenibili da quasi qualsiasi laboratorio universitario o museale e la situazione sta peggiorando (oltre al fatto che vi voglio vedere a ricopiare un raggio microscopico di una pinna di un pesce che magari si triforca all’estremità…). In effetti la precisione di questa tecnologia non si avvicina ancora a quella degli stampi…migliorerà (nel frattempo in cui questo articolo è stato in quarantena è migliorata molto), ma non siamo ancora economicamente pronti a sfruttarla…
Se almeno i laboratori universitari e museali potessero organizzarsi facilmente per fare e vendere i calchi dei “loro” fossili al pubblico, si potrebbe anche guadagnarci qualcosa e continuare e migliorare gli studi… Invece per fare un calco servono mille cavolate e carte, figuriamoci per venderlo.
Io sono convinto che quando uno è in una certa posizione se lo dovrebbe meritare (parlo di un docente universitario, un ricercatore o un dottorando, un tecnico o un post-dot) e quindi dovrebbe avere la fiducia di chi regola e fa “rispettare” le leggi, quindi non dovrebbe essere così complicato fare un calco o qualsiasi altra cosa in una università o un museo di una certa entità, ecc e poi venderlo per autofinanziamento.
Il peggio è che, quando uno può finalmente scavare, non può divulgare tutto quel che viene fatto perchè, UFFICIALMENTE, certe cose non si possono fare, ma invece in uno scavo si fanno eccome.
Non posso dire che durante gli scavi si fanno degli errori? Che si possono trovare delle cose importanti anche in un detrito di scavo due anni dopo che la concessione di scavo è finita? E, soprattutto (cosa che mi da iperfastidio), non posso farle vedere alla gente online!!!
Alla gente piacciono queste cose e indirettamente, quando le viene a sapere, viene inglobata nel mondo della conoscenza, allora si avrebbe più consapevolezza di ciò che ci sta intorno e di come funziona l’ambiente intorno a noi.
…e non ci stupiremmo più per un terremoto, un alluvione, una frana e, soprattutto, metteremmo le mani avanti con diversi investimenti e ZERO DANNI o quasi nel caso in cui il pianeta si muovesse un po’ più velocemente del solito…
Dunque, che facciano i sopraintendenti ai fossili quelli che hanno fatto scavi e studiato paleontologia (non possono fare solo i consulenti o i collaboratori con le mani legate)…
E chi ha l’autorità per farlo, dovrebbe fare e dire le cose come stanno in modo che le AUTORITA’ INCOMPETENTI diventino competenti e possano fare meglio il loro lavoro.
A cosa può sopraintendere uno che non sa?
Invece ci troviamo ridotti ad un mucchio di carta straccia.
Ecco l’idea dovuta alla mia delusione di oggi!
Ecco come deve essere il divulgatore scientifico (paleontologico e probabilmente anche di altre discipline) in Italia: Leggi tutto “La realtà della divulgazione scientifica-paleontologica come la vedo io.”