Stefano Rossignoli 21 gennaio 2014
…Da una domanda di Paola…
Ciao, intanto complimenti per il lavoro che hai fatto, sei molto chiaro e vedo che semplifichi al massimo per far capire i concetti base. a breve devo dare l’esame di paleontologia, e vorrei dei chiarimenti per quanto riguarda la palecologia, la professoressa ci ha dato delle sue dispense dalle quali studiare ma non le trovo tanto chiare, ho cercato in giro sul web ma niente di illuminante tutti a ripetere le stesse cose a mo’ di copione, potresti aiutarmi o se hai già trattato l’argomento scrivermi il link? vorrei fare questo esame bene poichè è molto interessante e vorrei che mi rimanesse qualcosa impresso anche dopo, ti ringrazioo!
Cara Paola, prima di tutto ti ringrazio per seguirci su scienzafacile.
Per il resto ho paura di non soddisfare troppo la tua richiesta.
Non sono certo un esperto di Paleoecologia ma ti dirò comunque quello che penso e che ho maturato in qualche anno di studi e frequentazione di paleontologi…senza la pretesa di insegnarti nulla…
La Paleoecologia è lo studio dell’ecologia del passato!!!
Lo so che lo sai, ma è solo per sottolineare ancora una volta che è lo stesso studio che si fa sull’attuale, rapportato al passato.
Per quanto appaia semplice, lo studio dei rapporti tra esseri viventi negli ecosistemi, composti da una parte viva (amb.biotico) e un ambiente fisico (abiotico) è estremamente difficile da quantificare già sull’attuale. Figuriamoci su uno studio paleoambientale.
Sull’attuale si possono evidenziare e studiare i rapporti tra numero e tipo di esseri viventi. Si possono rapportare e collegare ad una certa serie di fattori quali temperatura, piovosità, chimismo (di acque o terreno), granulometria, ecc, ecc.
La paleoecologia è questa ma con dati irrisori.
Allora si potrà fare uno studio paleoecologico quasi solo a livello locale/regionale o in una formazione della quale disponiamo di un sacco di dati riguardo al sedimento, all’ambiente deposizionale, al contenuto in micro e macrofossili vegetali e animali e all’ambiente circostante.
In questo caso potremo magari ipotizzare delle relazioni tra organismi (es. rapporto tra prede e predatori in un bacino marino) o una dipendenza da alcuni fattori (ad esempio la presenza di luce e correnti di marea in un ambiente tidale tropicale caldo in cui si formavano stromatoliti anche a causa della presenza dei cianobatteri).
Al variare degli strati sedimentari, si può collegale la variazione delle condizioni ambientali…
Mi vengono in mente studi sulle paleofaune a pesci di alcuni bacini triassici delle Prealpi. Questi, in base alla forma del corpo, dei crani, al tipo di denti, alla copertura di scaglie, ornamentazione, ecc, ecc, sono stati collegati ad un particolare ambiente di vita, profondità, presenza o meno di correnti, trofismo (tipo di nutrizione) e quindi ad una particolare nicchia ecologica.
Sono studi che si possono fare ma con estrema attenzione e maggior possibilità di errore man mano che si arretra nel tempo geologico.
Ti faccio un esempio:
Pensa di studiare una barriera corallina di 200 milioni di anni fa e un bacino sedimentario limitrofo, sempre datato 200 Ma…
Fai dei collegamenti tra organismi e presenza della barriera (e questo si può fare!) ma facilmente stai giocando all’interno di centinaia di migliaia di anni, quindi dovrai accontentarti di una visione di insieme molto generalizzata e con buona probabilità, almeno in parte, scorretta.
E’ comunque affascinante e costruttivo cercare di farlo!
Potrebbe anche essere utile. Questo non lo nego!!! …forse!!! Ah ah!!!
PS Non ho visitato il web a proposito. Magari sono come quelli che dici tu:”Tutti a ripetere le stesse cose a mo’ di copione”!!!!
Ciao Paola e a presto!
Stefano Rossignoli