Riscaldamento globale! E il raffreddamento dove lo mettiamo?

Stefano Rossignoli 26 novembre 2012 (Materiale scientifico di Giovanni Muttoni e Dennis V. Kent)

Riscaldamento Globale!
Riscaldamento Globale!

E’ da qualche settimana che ho ricominciato a preparare (ripulire) un fossile al Palvert e a frequentare quindi i corridoi dell’Università. Sapete che conosco molta gente da quelle parti, studenti graduati e non, ricercatori, tecnici, professori, ecc, ecc.

Uno lo conoscete anche voi: Giovanni Muttoni. E’ nella barra laterale dei links (sotto “Didattica Universitaria”), mi ha passato del materiale eccezionale sulle frequentazioni dei primi ominidi in Italia, mi ha parlato delle pieghe ferraresi e, quando riusciamo, ci facciamo una chiacchierata. Abbiamo anche intenzione per quanto possibile di mantenere aggiornati sulle sue ricerche, i lettori appassionati e gli studenti di scienze e, alla mia domanda:”Su cosa stai lavorando ultimamente?” La risposta è arrivata prontamente e con un sorriso compiaciuto e soddisfatto da parte sua.

Allora sono cominciati i “miei” problemi!!!! Studiare, studiare, tradurre, studiare e pianificare in modo da farvi capire di che si tratta anche se non siete studenti o professori di scienze della Terra!

Parleremo di temperature, di global warming e di global cooling, di tettonica, di climi caldi equatoriali e di ere glaciali, di oceani, di isotopi, di paleomagnetismo, di tante cose insomma ma mi serve tempo per cercare di fare un articolo di qualità!

Mar Mediterraneo
Mar Mediterraneo

E allora partiamo dalle cose semplici che magari siete più abituate/i a sentire: riscaldamento globale = global warming.

Già! Vogliono dire la stessa cosa.

“Global” e “globale” vogliono ovviamente dire la stessa cosa. Per il resto “Warming”, in lingua inglese vuole dire “riscaldamento”.

Nell’articolo che Giovanni mi ha passato qualche giorno fa, c’è però anche la parola “cooling” che significa “raffreddamento” e anzi, si parla soprattutto di questo…

Da qui potrete dedurre che global cooling vorrà dire Raffreddamento Globale…

Perchè i geologi si occupano di Global warming e global cooling? Non dovrebbe essere roba per ambientalisti?

Beh! Direi di no o almeno non solo per ambientalisti.

La sensibilità verso l’attuale riscaldamento globale dovrebbe essere di tutti, ok, se non altro per limitare almeno l’utilizzo e lo spreco delle risorse terrestri, in modo da poter vivere anche in futuro, ma le risposte alle nostre domande devono arrivare dalla scienza, dalla fisica, dalla biologia, dalla geologia, step by step, passo dopo passo…

Perchè c’è il Riscaldamento Globale?

A cosa è legato?

Da cosa è causato?

Come si sono mosse le temperature nel passato e quali sono state le cause delle variazioni?

E il Raffreddamento ci sarà?

C’è già stato?

Datemi il tempo di chiarire un paio di cose o tre e studiare ancora un po’ online, sui miei libri e su qualche pubblicazione scientifica e vi racconterò in breve e nel modo più facile possibile un capitolo affascinante della storia geologica della Terra che sembra decisamente collegato alle variazioni di temperatura del nostro Leggi tutto “Riscaldamento globale! E il raffreddamento dove lo mettiamo?”

Le montagne cadono a pezzi!!!

Stefano Rossignoli 1 ottobre 2012

E’ vero! Ma niente panico.

Succede da sempre…

conoide alluvionale e detritica
conoide alluvionale

Guardate questa immagine. La montagna è lassù e si sta smontando pian piano.

E’ il normale ciclo delle montagne.

Siamo sulle Alpi occidentali, precisamente in Val Ferret.

La Val Ferret (sia quella svizzera che quella italiana), come la Val Veny è caratterizzata da due litologie diverse a seconda del versante che consideriamo…

Andate a guardarvi questo articolo per imparare come si definiscono i versanti di una valle

Sulla destra idrografica della Val Ferret svizzera e della Val Veny e sulla sinistra idrografica della Val Ferret italiana si trovano rocce davvero, perdonatemi la definizione, MARCE, quindi molto erodibili dall’acqua, dal gelo, dal vento e dagli agenti esogeni in generale…ad esempio dalla gelivazione, ovvero il congelamento dell’acqua infiltrata che spacca le rocce per il conseguente aumento di volume dell’acqua che diventa ghiaccio e durante il disgelo, il ghiaccio fonde e libera le lastre spaccate precedentemente lasciandole cadere a valle.

In realtà queste rocce ‘MARCE’ sono frammenti di crosta oceanica miste a rocce sedimentarie trasformate da grandi pressioni e temperature a causa dei processi tettonici che hanno formato le Alpi e, soprattutto sono scistate, ovvero trasformate in sottili straterelli laminari che si aprono facilmente, alle volte anche a mani nude…

Tornando alla fotografia in apertura, si nota come alla base della montagna, dopo il canale percorso da un torrente effimero, ci sia quella che viene chiamata una Conoide Alluvionale. (Effimero vuol dire provvisorio, che a volte c’è e a volte non c’è, che si riempie solo durante i temporali, le grandi piogge o durate un importante disgelo primaverile e che spesso cambia strada!).

Sono proprio le piogge, il gelo invernale, il vento a distruggere pian piano la montagna e a far vincere su di essa la GRAVITA’.

Tutto tende a cadere giù e se la roccia non è un gran che in quanto a resistenza meccanica, viene giù prima che altrove dove magari la roccia è un solido granito…come ad esempio sull’altro versante della Val Ferret dove si trovano  montagne vicine ai 4000m e oltre sul livello del mare.

Mont Dolent 3823m S.l.M.
Mont Dolent 3823m S.l.M.

La montagna si forma, cresce, si alza ma, il suo destino è sempre quello d distruggersi con velocità diversa secondo la sua litologia (tipo di roccia) secondo la sua immersione (orientazione degli strati) o secondo il suo chimismo (i componenti chimici che la formano)…nonché secondo il clima (temperatura, umidità, precipitazioni) a cui è soggetta…

Nulla era come è oggi, nulla resta come è e nulla di quel che c’è oggi sarà così domani. Tutto cambia in Leggi tutto “Le montagne cadono a pezzi!!!”

Confronto di un ghiacciaio in diversi periodi 1987-2010

Stefano Rossignoli 4 settembre 2012

Il confronto visivo di un ghiacciaio in diversi periodi di tempo è una delle cose più comuni operata negli ultimi anni per tantissimi ghiacciai di tutto il mondo.

Fronte del Ghiacciaio di Goletta agosto 2010
Fronte del Ghiacciaio di Goletta agosto 2010

Esistono veri e propri archivi fotografici di ghiacciai ripresi dallo stesso punto anno per anno o quasi …a volte da più di un centinaio di anni ed è inevitabile vederne l’incredibile dinamica …anche piuttosto veloce… di avanzamenti e arretramenti.

Ora molti sono visibili via web-cam e i Glaciologi li esaminano anche via satellite…

Quando mi sono presentato pochi mesi fa dal mio Professore di Geografia Fisica nonché Glaciologo “Claudio Smiraglia” per chiedergli se potessi usare alcuni dati in una lezione del corso di Alpinismo nella mia sezione del CAI (titolo della lezione: “Morfologia e Dinamica Glaciale”), il Professore mi ha chiesto:”Hai visto la web cam sul Ghiacciaio dei Forni?”. …e io ignorante non l’avevo ancora mai vista… Per voi è qui: http://www.umbriameteo.com/webcam/ghiacciaiodeiforni/

Sui vari ghiacciai i crepacci e gli inghiottitoi, ogive, bande di Forbes, ecc, avanzano a volte anche decine di metri all’anno.

Si formano nuove morene, altre fondono e si modificano.

I crepacci si aprono, si chiudono ma quel che ultimamente cambia in modo più evidente è la localizzazione della fronte e lo spessore del ghiaccio.

Il fenomeno è studiatissimo, conosciuto e padroneggiarlo richiede la gestione di un’immensa mole di dati a livello globale.

I ghiacciai rispondono in base alle condizioni climatiche e, più fa caldo, più il ghiaccio e la neve fondono togliendo alimentazione al ghiacciaio. Il ghiacciaio vive di neve e se il caldo la fonde tutta, lui può solo continuare a scorrere e a fondere…

Ormai da un po’ di anni si guarda ai ghiacciai come ottimi indicatori climatici (anche paleoclimatici – vedi link) seppur abbiano una certa inerzia nella risposta secondo le loro dimensioni. Più sono grossi, più tendono a rispondere in ritardo alle variazioni climatiche, comunque prima o poi rispondono!

Ghiacciaio di Goletta agosto 2010 - frontalmente
Ghiacciaio di Goletta agosto 2010 – frontalmente

I ghiacciai della Val di Rhemes, per quanto sia ancora estremamente affascinante trovarcisi in mezzo, sono piccoli ghiacciai rispetto a quelli a nord delle Alpi o in altre parti del mondo.

Così hanno risposto quasi immediatamente al recente innalzamento delle temperature medie.

Se siete interessati all’argomento “ghiacciai” avrete piacere di vedere l’ultimo articolo dedicato all’esarazione glaciale e magari gli ultimi video-post sul ghiacciaio della Tzanteleina…tutti dalla Val di Rhemes!

Per continuare a parlare della Val di Rhemes, ecco che potete fare voi stessi il confronto tra il ghiacciaio di Goletta nel 1987 rispetto a quello che avete visto qui sopra.

Queste sono un paio di foto scattate da me e mio fratello negli anni ottanta (1987) durante una gita il primo anno che facemmo le vacanze da quelle parti. Furono vacanze molto esplorative!!!

Fronte del Ghiacciaio di Goletta agosto 1987
Fronte del Ghiacciaio di Goletta agosto 1987

Queste immagini parlano da sole.

Ho comunque indicato in rosso alcuni riferimenti morfologici per facilitarvi nella percezione delle variazioni di estensione e di spessore del ghiaccio. In questa situazione il ghiacciaio perdeva massa per calving, cioè si rompeva e crollava sotto forma di blocchi; veri e propri piccoli iceberg  che galleggiavano fondendosi nel lago di Goletta. In foto se ne vede uno vicino alla fronte glaciale.

Notate oltre tutto qui sotto in vista frontale come nel 1987 ci fossero crepacciate dove invece oggi ci sono ampie zone di roccia scoperta che attirano ulteriore calore ed aumentano l’entità dell’ablazione, ovvero della fusione del ghiaccio…

Ghiacciaio di Goletta agosto 1987 - frontalmente
Ghiacciaio di Goletta agosto 1987 – frontalmente

Vi facilito il lavoro di confronto appaiando le quattro miniature delle immagini anche se credo che avrete già capito la situazione.

Accidenti! Proprio adesso che mi è tornata voglia di muovermi sul bel ghiaccio di ghiacciaio

Speriamo in una nuova inversione di tendenza del clima!

…e magari noi cominciamo a muoverci di più a piedi e in bici lasciando se possibile la macchina in garage…smettiamo di comprare e accendere condizionatori (che una volta si viveva anche senza!) e quest’inverno magari abbassiamo di mezzo grado il riscaldamento (Non parlo ovviamente a chi lo tiene gia a 16°C o a chi è malato!!!).

Comunque presto e inevitabilmente ci sarà da ridimensionare anche il modo e la frequenza con cui spostarci.

E la Terra si riprenderà i suoi spazi!

 

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