Stefano Rossignoli 15 gennaio 2013
Vedendo alcune foto pubblicate ormai saprete che, come una quindicina di anni fa, penso molto più alla bicicletta, la mia grande passione, piuttosto che ad altro. E ritrovarmi sulla mia due ruote, abbastanza in salute dopo un periodo difficile, è stato indubbiamente uno degli eventi più belli della mia vita.
Allora dopo l’estate passata alla grotta dell’orso sul Monte Generoso a far da guida e a far gran discese e qualche salita con la mia Specialized Stumpjumper vecchietta ma in perfetta forma, limitatamente alle mie risorse economiche, ho acquistato un mezzo carino, performante, in attesa di upgrade e soprattutto full suspensed (ovvero biammortizzato) di nuova generazione e soprattutto ho ricominciato a gironzolarci e a frequentare i campi e i boschi nelle vicinanze di casa mia.
Una cosa che mi piace della bici è anche che non ho bisogno dell’automobile per andare a divertirmi. Esco da casa e sto già a mille!!! Un’impennata, quattro salti, qualche curva fatta bene…
Abito in pianura, e una gita a Ticino (sul fiume Ticino!!!) è un piacere che, unito alla bellezza di certi luoghi, regala anche ottime sensazioni di guida sugli stretti e antichi sentieri (singletracks) tutti a curve nei boschi cresciuti sul terreno alluvionale…
Gli rispondo un “Sarà!” pensando tra me e me con troppa leggerezza:”Tu avrai la tua idea e io la mia.”
Ma subito ci spieghiamo: Massimiliano è un uomo dei boschi. E’ lì che sta bene. E’ istintivo, è appassionato di tante cose, anche di paleontologia ed è un ‘fungaiolo’ o ‘fungiàt’ come dice lui… e mi dice:”non farci caso, noi fungiàt disprezziamo tutti quelli che vanno in bici per i boschi (quelli veri)”
Ed ecco che il ‘problema’ ETICO ed ECOLOGICO irrompe prepotentemente nel discorso…
E’ per questo che ne scrivo su scienzafacile! Non scrivo solo per parlarvi della mia bicicletta, anche se mi serve sempre l’ispirazione per fare o scrivere qualcosa!!!
Io sono un ciclista e sono pure un malato di bicicletta… Anche dopo più di dieci anni senza andarci, quando ne parlavo, cambiavo tono e mi appassionavo e mi infervoravo, mi entusiasmavo…
Però devo ammettere che non apprezzo il comportamento di molti ciclisti per svariati motivi…dai ciclisti da marciapiede a quelli di strada che non rispettano regole e semafori, o che su una discesa in montagna rompono le scatole agli escursionisti esortandoli a spostarsi e magari superandoli in velocità.
Anche per questi motivi, fin dai primi tempi della Mountain Bike, i bikers di un certo tipo hanno cercato di autoregolamentarsi con alcuni codici etici (di cui quello N.O.R.B.A è il più famoso insieme a quello I.M.B.A.).
Io, almeno in Italia, sono quasi un pioniere della Mountain Bike andandoci dal 1988. Non un vero pioniere perchè un’anno o due prima di me un amico e pochi altri avevano già cominciato a guidare le ruotone artigliate su e giù per i sentieri italiani.
In quel periodo dalle mie parti andava per la maggiore una ‘famosa’ “Guida alla Mountain Bike” e, a parte il fatto che le bici erano dei ‘cancelli’ con qualche cambio in più per le salite ripide e le gomme coi tasselli grossi, noi ci ficcavamo comunque davvero in posti impensabili e raggiungevamo velocità fantastiche e incredibili, ma almeno alcuni di noi seguivano alla lettera il codice etico riportato sulla ‘guida’ con qualche modifica personale dettata da attenzione ed esperienza.
Io ad esempio, piuttosto di suonare un campanello o avvisare facendo chiasso, preferisco essere già fermo quando si accorgono di me o per lo meno rallentare e andare alla stessa velocità di chi cammina e se mi fan passare ringrazio saluto e passo, altrimenti aspetto e vi assicuro che mi diverto molto ugualmente… Mi spiace vedere escursionisti spaventati al mio passaggio e di solito dipende dal fatto che è passato qualcun’altro/a appena prima… Il pedone del video al min 4:55 conferma il mio comportamento. Per la cronaca, dopo averlo ringraziato per avermi lasciato strada, entrambi fermi, al mio saluto ha ricambiato con gentilezza…
A fine anni ottanta ci mettevamo anche il casco che era poco più che una tazza di plastica in testa e molti stradisti (e pure alcuni a piedi) ci prendevano in giro ma loro continuavano a spaccarsi la testa e la faccia e noi invece un po’ meno anche se qualche volta ci capitava lo stesso…
Sui codici di autoregolamentazione si parlava anche di rispetto per gli escursionisti, per l’ambiente e oltre a non abbandonare rifiuti si dava importanza ad esempio al limitare l’erosione del terreno.
Come può fare una cosa del genere un ciclista? Uno dei modi è non bloccare le ruote, soprattutto quella posteriore, allora abbiamo imparato a non farlo e a rinunciare alle divertenti derapate sui sentieri, ecc, ecc…
Già. Abbiamo imparato a non fare tante cose e a farne molte altre, ad aumentare le pendenze superate in salita, in discesa e ad aumentare la velocità in discesa tenendola comunque sotto controllo e l’evoluzione dei mezzi ci ha aiutato molto su questo ultimo punto del controllo della velocità…
Purtroppo qualcuno non si pone nemmeno il problema e fa sfigurare chi invece il problema se lo prende a cuore, col rischio che qualcuno (probabilmente qualche incapace) per risolvere il problema chiuderà i sentieri alle biciclette soprattutto perchè prima o poi capiterà che un ciclista e un escursionista si scontreranno con conseguenze devastanti e questo magari solo per sfortuna e non necessariamente per intemperanza dell’uno o dell’altro…
Permettetemi qualche altra considerazione puramente personale che si collega con un discorso fatto tempo fa riguardo alle interazioni tra alpinismo e ambiente (vedi link all’articolo).
Le interazioni tra Mountain bike e ambiente sono estese e dendritiche almeno quanto quelle tra Alpinismo e ambiente ma sono minime rispetto ad altre attività che la gente (me compreso) pratica tutti i giorni andando poi a dire che le biciclette sono pericolose per gli escursionisti e rovinano le Montagne e i boschi…
Sinceramente evito di farlo ed è una cosa che deve essere giustamente regolamentata ma non mi sentirei troppo in colpa costruendo un piccolo sentiero e scavando qualche parabolica in un bosco per poi divertirmi a passarci in bicicletta…
L’amico Massimiliano ha perfettamente ragione a lamentarsi che i boschi non sono più quelli di una volta anche se all’apparenza sembra che non sia cambiato nulla…
In realtà però è cambiato tutto. Molti dei motivi per cui la fauna e la flora sono variati sono conosciuti da tempo e uno dei tanti agenti responsabili è la frammentazione dell’areale dovuto alle barriere quali soprattutto le strade e poi ferrovie, canali, paesi e città…
Il problema non è un piccolo sentiero rovinato dalle derapate dei ciclisti e poi il bosco è anche mio, non solo dei caprioli, così come entrambi siamo del bosco…
Quando vado sul Monte Generoso a lavorare percorro un’autostrada a quattro corsie per senso di marcia (ovvero larga quasi come una pista d’aeroporto) lunga circa 40Km e per nessun umano sembra un problema (salvo forse per gli sfortunati a cui l’autostrada passa dietro casa) ed è così piena di gente che per rendere l’idea vi posso dire che, vista dalla cima della montagna (e la si vede molto bene) sembra sempre una strada illuminata a qualsiasi ora della sera/notte e in qualsiasi giorno dell’anno (forse anche durante una partita dell’Italia ai mondiali di calcio).
Guardando questa strada col binocolo si vede che le luci sono i fari delle automobili.
Ebbene, questa strada come tantissime altre, anche quelle più piccole, attraversa molti boschi e i boschi sono tanti perchè a loro volta sono frammentati da altre strade, paesi, ecc… e nessuno dice di chiuderle!!!
Gli animali non possono certo superare le autostrade facilmente e a volte non passano proprio. Lo possono fare i volatili ma alcuni di questi, quando si trovano un areale insufficiente per nutrirsi e riprodursi (detto home range), lo abbandonano. Anche alcune piante ne subiscono le conseguenze… Certe piante ad esempio hanno bisogno che i loro frutti vengano mangiati per potersi riprodurre e disseminare ma questo è solo un esempio tra i tantissimi disponibili.
Il fatto poi che in ogni luogo, anche il più sperduto del nostro piccolo paese, prima o poi ci arrivi qualcuno di noi è dovuto al fatto che mettendoci in macchina, in aereo o su un treno possiamo andare tutti dappertutto e per chi non può mi dispiace davvero tanto e lo dico con tutto il cuore ma chi può lo fa e pure con facilità.
Ora perchè questo sarebbe da considerar negativo?
e questo normale?
Entrambe passano in un bosco.
Penso che abbiamo metabolizzato (anche noi naturalisti alle volte, almeno parlo di come ero io fino a qualche tempo fa) un concetto naturalisticamente errato ovvero che l’ambiente naturale sia fuori e al di là dei nostri muri, strade, asfalto, ecc, invece non è proprio vero. Casa mia, il mio/vostro computer, noi stessi, la linea che mi fa comunicare con voi, l’autostrada per il Generoso, la miniera dove hanno estratto la Bauxite separandola con acidi per ottenere l’alluminio del telaio della mia fantastica bicicletta, o quella di ferro per fare anche l’acciaio della nostra automobile, il bosco in cui ho pedalato sabato scorso, e un milione di altre cose SONO L’AMBIENTE NATURALE e, così come lo abbiamo modificato, lo usiamo e da questo dipende il nostro sostentamento.
Non ho soluzioni ovviamente. Sono un inconcludente di natura, però sul fatto che l’umanità sia un cane che si sta mordendo la coda e gira sempre più forte senza sapere dove andare in svariate situazioni tra cui quella ambientale non mi pare di sbagliare molto.
Ah. A proposito: si parlava di biciclette. Tutta la solidarietà del mondo quando qualche ciclista indisponente o semplicemente ignorante ruberà tranquillità alla vostra passeggiata urlando, fischiando o scampanellando o metterà a rischio la vita di un camminatore, ma prima di fermare le biciclette ci sarebbe molto altro da fermare, e soprattutto molto altro da avviare, o no?
Io comunque in città son già stato investito da un ciclista da marciapiede ma, in teoria, i marciapiedi sono già chiusi alle bici!!!
Commentate e criticate pure, ma con stile, grazie!