Stefano Rossignoli – 5 marzo 2011
Tolto un piccolo ripasso di Anatomia Comparata, materia che mi ricorda amici e anni intensi all’università di Milano, volevo solo dare qualche spunto per captare alcune differenze di forma e funzione tra le unghie dei vertebrati e per introdurre la Morfologia Funzionale tra gli argomenti di scienzafacile.it…
Giusto per fare un esempio sciocco di morfologia funzionale, ogni tanto in museo a Milano mi dicono che le zampe anteriori dei Tirannosauri erano piccole perchè non servivano, ma credo (e mica solo io!!!) che qualche funzione ce l’avessero. Oggi in effetti il mondo scientifico ha compreso che, nel mondo dei viventi, qualsiasi forma (o morfologia) per quanto difficile da comprendere ha un suo perchè ed una sua funzione!
In accordo con la teoria dell’evoluzione di Charles R. Darwin le forme naturali (o caratteri se volete) sono frutto di adattamento all’ambiente e selezione da parte dell’ambiente stesso.
Parliamo quindi oggi di unghie!!!
Già, UNGHIE! Ma prima ho detto artigli e adesso dico unghie?? Perchè mai?
Quando in Anatomia comparata dei Vertebrati si studia l’apparato tegumentario, si arriva anche alle unghie, che sono formate soprattutto da una proteina chiamata cheratina che in certe zone del corpo, in questo caso in fondo alle dita, impregna totalmente le cellule dell’epidermide formando la parte cornea, un po’ duretta ma non troppo che tutti conosciamo come unghia…
La solita necessità di fare chiarezza sulle distinzioni, ha imposto agli studiosi di dare nomi diversi ai vari tipi di unghie tra cui, le nostre chiamate unghie tegolate, gli zoccoli degli ungulati e gli artigli di un sacco di altre bestiole…
Mi sembra inutile parlarvi delle differenze fra i tre tipi di unghia copiando un testo di anatomia comparata, quindi vi do un bel link ad un libretto vecchiotto, ma che mi pare vada ancora bene per questo argomento e leggetelo pure voi:
Padoa – Manuale di anatomia comparata pag.126 ‘Unghie’ (da google libri)
Avete notato che si parla di ‘unghia propriamente detta‘? E’ un modo per dire: “Guarda che l’unghia vera e propria è quella lì e non tutto l’artiglio!”. Nell’artiglio, che sia di rettile o di mammifero o di uccello (che comunque per i cladisti sono tutti rettili!), l’unghia propriamente detta (lamina superiore robusta, e solea inferiore più sottile) ricopre l’ultimo osso (o falange) del dito, anch’esso uncinato, detto falange ungueale.
Ma a me non interessa parlarvi di questo. Mi interessa sapere e poi raccontarvi chi ha gli artigli e cosa se ne fa!!!
Se lo chiedessi ai bambini, la maggior parte mi direbbe che gli artigli li hanno gli animali carnivori e che servono per uccidere la preda o giù di lì MA, se la sera prima avessero visto un bel documentario un po’ scientifico o un libricino di animali fatto bene, penso che questi simpatiche menti così attive e intraprendenti mi darebbero mooolto filo da torcere con una moltitudine di risposte… e alcune certamente imprevedibili e a me sconosciute!
Questo è un blog, quindi, visto che dopo aver letto, nessuno dovrà sostenere un esame di scienzafacile.it (!), l’ordine con cui partire lo decido io anche se non sarà necessariamente didattico e da chi partiamo?
Da questo qui:
Un fossile, già! Un dinosauro per l’esattezza! E’ lungo solo qualche metro. Non è grandissimo. Gli appassionati staranno già sorridendo, invece gli altri si chiederanno magari dove sia finita la testa… Domanda più che giusta, ma torniamo agli artigli. Per quanto riguarda i fossili, ricordatevi che l’unghia propriamente detta normalmente non si conserva ma rimane solo la parte ossea dell’artiglio, chiamata falange ungueale…
Guardate quelli della ‘mano’ sinistra che si vedono così bene (la chiamiamo mano per comodità, rispetto a scrivere ogni volta ‘parte terminale della zampa anteriore sinistra formata dai carpali, metacarpali falange ed un sacco di altre ossicine’!!!).
Se ora chiedessi a chi non lo ha riconosciuto cosa mangiava questo qui? Mi dovrebbe rispondere:”E chi lo sa? Mica me lo hai fatto guardare in bocca”!!! Giustamente, per capire cosa mangiava un animale del passato dovremmo poter studiare i suoi denti e la forma del cranio su cui si inserivano i muscoli che muovevano la mandibola… Il tutto deriva dallo studio degli animali attuali in cui si è visto che chi mangia cose simili ha anche bocche e adattamenti simili tra loro.
Ebbene questo qui sopra è un Plateosaurus di cui Daniele Tona ci ha descritto la dieta in questo bellissimo articolo sui dinosauri vegetariani!
Già. Era un vegetariano! Non si offenda chi lo sapeva già e non ci rimanga male chi pensava il contrario, ma gli artigli non servono per mangiare anche se in qualche caso servono per tenere fermo un pezzo di carne da dilaniare con la bocca o per agguantare una preda per poi magari ucciderla, con gli artigli o in modi diversi!!! Un vegetariano, un erbivoro possono tranquillamente avere artigli e ne hanno eccome…
Plateosaurus non è mai stato visto mentre si difendeva o mentre avvicinava qualche fronda alla bocca. Chi lo sa? Potrebbero essere state queste le funzioni dei suoi artigli, ma vediamo qualche esempio oltre al Plateosauro…
Beh! Questa qui sopra, giusto per curiosità è una parte della mano di un Therizinosaurus cheloniformis la cui storia sarebbe tutta da raccontare…Immaginatevi queste falangi ungueali ricoperte dall’unghia propriamente detta!!! Un metro di artiglio o giù di lì…
Prendiamo il Bradipo! Un animale simpatico, ricco di flemma e dormiglione ma soprattutto incredibilmente dotato di artigli lunghi e accuminati. A cosa gli servono? Ad arrampicare …e semmai a difendersi. E’ normale per un animale arboricolo (cioè che vive sugli alberi) avere artigli.
Guardate gli artigli di questo Panda rosso fotografato da Alessandra Morgillo. Sono stretti, alti e accuminati. Ideali per arrampicarsi agilmente senza scivolare verso il basso…
Magari però bradipi e Panda non li conosciamo tutti, ma chi non conosce gli scoiattoli?
Ultimamente mi è capitato spesso di trovarmi nel silenzio dei boschi alpini, da solo o in ristretta compagnia e godere della vista di un abile arrampicatore arboricolo: lo scoiattolo, qui fotografato nella specie nord-americana da Matteo di Nicola.
Da noi dovrebbe esserci solo la versione ‘scoiattolo rosso’ il cui colore del pelo varia dal rossiccio fin quasi al nero. Allo scoiattolo rosso però si è aggiunto quello grigio (in foto) per non curanza dell’uomo che ha importato alcuni individui che si sono rivelati molto competitivi ed in alcuni casi in grado di sostituire la specie rossa autoctona (cioè tipicamente del luogo). Fortunatamente per ora, lo scoiattolo grigio non sale di quota oltre i circa 800m e quello rosso corre ancora indisturbato tra gli alberi delle nostre montagne…
Gli artigli di un arboricolo sono curvi ed accuminati, più alti che larghi. La loro sezione trasversale è piuttosto alta e stretta… Questo favorisce la possibilità di aggrapparsi, di penetrare nel legno e di sostenere il peso dell’animale a lungo.
Sono tantissimi gli animali arboricoli attuali e del passato ,dotati di artigli, sia tra i rettili che tra i mammiferi e gli uccelli. Pensate ai camaleonti (tra i rettili), o ai picchi (tra gli uccelli) solo per fare un paio di esempi…
Gli artigli però possono servire anche per scavare come per questa marmotta di cui molti conosceranno l’abitudine di scavarsi una rete di tane sotterranee, costruite per abitarci, ma anche in modo da poter sfuggire ai predatori da diversi punti delle sue aree abitative…
Da chi deve sfuggire la marmotta? Dalla volpe ad esempio, dal lupo o dall’aquila che la agguanta coi suoi robusti artigli e poi a volte la scaraventa sulle rocce da molto in alto uccidendola per poi recuperarla e portarla al nido…
Gli artigli di uno scavatore sono più robusti e più larghi di quelli di un animale arboricolo…
La volpe, e in generale i canidi (animali della famiglia dei canidi) hanno artigli più corti, ma robusti, che servono come in molti digitigradi (quelli che camminano sulle dita) ad irrobustire la parte anteriore del polpastrello e a migliorare la spinta e la presa sul terreno durante la corsa, nonchè per scavare… Questi, per uccidere una preda usano i loro denti affilati, soprattutto quelli posteriori (non i canini) posizionati dove la leva della mandibola fa più forza e che sono dotati di punte acuminate ed entrano più facilmente nei tendini e nei vasi sanguigni della preda ferendola irrimediabilmente…
Tra i rettili attuali che possiedono artigli guardate questa lucertolina: è lunga una spanna.
Alla lucertola gli artigli servono per fare più presa sul terreno durante la sua corsa tipicamente ‘serpentina’, ma anche per arrampicarsi.
Il mondo animale poi sembra che ami confondere le idee agli studiosi perchè i vari adattamenti, in questo caso i vari tipi di artiglio, appartengono ad un gruppo piuttosto che ad un altro, ma è una delle cose belle della natura essere varia e a volte difficile da studiare, conoscere e comprendere.
Ora vi lascio alle osservazioni.
Chissà quanti artigli potrete scoprire, semplicemente guardandovi in giro con attenzione in un bell’ambiente naturale… E’ quasi primavera e si può anche cominciare a gironzolare un po’ di più!
…e durante le vostre osservazioni fate attenzione anche a voi stessi eh, vi raccomando…
A presto.
Stefano!
Nicolo’ mi ha chiesto di stampare a colori e rilegare gli articoli “da paleontologo”…inizio con questo!
Grazie mille Nicolò! E grazie Paolino per cominciare con un articolo di scienzafacile!
A presto.
Tonigno!