Davide Bertè 28 gennaio 2011
Gideon Mantell, nato il 3 febbraio 1790, era figlio di un piccolo commerciante ma discendente di una nobile famiglia decaduta e nutrì fin dall’infanzia una passione per i fossili.
Le cave del Sussex (Inghilterra meridionale) furono i primi luoghi in cui cominciò a raccogliere ammoniti. A diciassette anni, dopo la morte del padre, venne mandato a Londra per studiare medicina.
Qui ebbe modo di conoscere James Parkinson (che più tardi divenne famoso per la scoperta del morbo che ancora oggi porta il suo nome) che era un appassionato geologo e metteva in discussione l’età della Terra (all’epoca ritenuta di poche migliaia di anni).
Gideon Mantell, una volta laureatosi, fu preso a tempo pieno dal mestiere di medico di campagna ma nel poco tempo libero studiava la geologia della regione.
La professione medica gli permise di avere un buon sostegno economico che gli consentì di sposarsi e comprare una grande casa in cui tenere la sua collezione di fossili sempre più grande.
Presi accordi con la cava di Cuckfield (Cretaceo Inferiore), si faceva spedire i fossili che venivano ritrovati dagli operai; da questa cava cominciarono a uscire ossa gigantesche e poi il dente di un grosso rettile… non si aveva idea di che cosa potesse trattarsi; l’unico rettile fossile di grandi dimensioni conosciuto all’epoca era l’Ichthyosaurus (scoperto nel 1811), ma il ritrovamento di piante tropicali associate alle ossa gigantesche faceva pensare a un ambiente totalmente diverso. Mantell si trovava di fronte a qualcosa di completamente nuovo: un gigantesco rettile vegetariano! Nulla di simile era mai stato scoperto in precedenza e non si sapeva come interpretare il reperto…
Nel 1821 conobbe Charles Lyell, il famoso geologo, che lo mise al corrente che nel frattempo a Londra era stato esposto un fossile di un rettile gigantesco trovato da Buckland e che Georges Cuvier, a quel tempo la massima autorità nel campo dell’anatomia comparata, aveva dato il suo parere favorevole. Incoraggiato dalle recenti scoperte nel 1822 diede alle stampe Fossili delle South Downs in cui descriveva le lucertole fossili che aveva ritrovato. Pochi mesi dopo l’uscita della sua opera presentò il suo dente fossile alla Geological Society ma venne liquidato dagli “esperti” come di scarso interesse e interpretato come il dente di qualche pesce gigante. Mantell, che aveva una formazione da autodidatta non godeva del prestigio necessario per essere ascoltato seriamente.
Aiutato dall’amico Lyell fece un ulteriore sopralluogo alla cava che avvalorò le sue ipotesi; presentò quindi una lettera alla Geological Society in cui affermava con rinnovata convinzione di avere scoperto resti fossili di grandi rettili erbivori e carnivori. Ma quando Cuvier visionò il dente che Mantell aveva trovato lo determinò come un incisivo di rinoceronte (un grosso errore, come vedremo…). Mantell si ritrovò senza riconoscimenti, ad avere speso molti soldi per i cavatori che gli fornivano i fossili, il suo libro era in perdita e ad avere sprecato molte notti nello studio dei fossili: un brutto colpo.
Tuttavia, senza lasciarsi scoraggiare dall’ostracismo della scienza ufficiale, continuò i suoi studi e nel 1824 diede il nome al gigantesco rettile vegetariano che aveva ritrovato e lo chiamò Iguanodon (=denti da iguana). Lo stesso anno uscì Ricerche sulle ossa fossili di Cuvier in cui l’autore ammetteva il suo errore precedente: Mantell era adesso pienamente rivalutato e gli venne offerto di far parte della Geological Society.
Nel 1829 ipotizzò per primo l’esistenza di un’Età dei rettili precedente all’Età dei Mammiferi. Come si può ben immaginare la sfere ecclesiastiche non furono proprio entusiaste…
L’anno seguente in una cava venne scoperta una nuova lucertola gigante, lavorando di notte per estrarla dalla roccia (Gideon Mantell di giorno continuava a praticare la professione di medico) scoprì una nuova specie che chiamò Hyleosaurus.
Nel 1834 il ritrovamento di uno scheletro parziale di Iguanodon diede nuovo supporto alle teorie di Mantell, che nel frattempo trasformò la sua casa in un vero e proprio museo per ospitare la sua collezione di fossili. Per Mantell seguirono però degli anni difficili dal punto di vista personale: la moglie ormai esasperata dalle ricerche del marito se ne andò da casa con i figli (1839); nel 1840 morì la figlia; nel 1841 ebbe un incidente cadendo da un carro che gli procurò una lesione alla colonna vertebrale che lo tormentò per gli ultimi anni della sua vita.
Nel 1842 Richard Owen, astro nascente della paleontologia, coniò per primo il termine dinosauro (=lucertola terribile) e ridescrisse gran parte del materiale scoperto da Mantell senza riconoscere a quest’ultimo alcun merito se non quello di avere raccolto i fossili. Owen anzi ne approfittò per cercare di sminuire il lavoro di Mantell e metterne in evidenza gli errori. L’ambizioso Owen proveniva da una famiglia benestante, aveva sposato la figlia del professore con cui aveva studiato e si era assicurato così un’ottima possibilità di carriera accademica. Una posizione ben diversa da quella di Mantell, sempre più indigente, ed ebbe gioco facile.
Nel 1851 Mantell doveva presentare un nuovo dinosauro alla Geological Society ma il suo intervento venne posticipato e Owen che, nel frattempo, aveva avuto modo di visionare i disegni anatomici esposti per la riunione, gli rubò la scoperta pubblicandola un paio di giorni dopo su un’altra rivista(!).
Il presidente della Geological Society, intercedendo presso la Regina, cercò di far avere a Gideon Mantell una pensione per meriti scientifici, ma pochi mesi dopo, il 10 novembre del 1952 morì per un avvelenamento da oppio, che aveva cominciato ad assumere in dosi massicce come antidolorifico per i dolori alla schiena che lo tormentavano in seguito all’incidente.
La collezione raccolta con tanti sforzi e sacrifici venne in seguito acquisita proprio da Owen che la smembrò donando e scambiando alcuni reperti con altri musei. Molti dei reperti portati in Nuova Zelanda dal figlio di Mantell persero l’etichetta o vennero sparpagliati: la grande collezione (stimata in più di 20.000 reperti) di rettili fossili di Gideon Mantell finì così dispersa.
Bibliografia:
Cadbury D. 2004 Cacciatori di dinosauri. Sironi editore.