Davide Bertè 5 gennaio 2011
L’8 gennaio 1823, 188 anni fa, nasceva in Galles Alfred Russel Wallace. Ma chi era costui?
Si tratta di uno degli studiosi più importanti (e sottovalutati) di sempre. Basti dire che senza di lui forse non ci sarebbe la teoria dell’evoluzione… Ma procediamo con ordine.
Figlio di una famiglia di ceto medio, ottavo di nove figli, non godeva certo dei privilegi di un Charles Darwin (che proveniva da una famiglia benestante). Nel 1847 si imbarcò, insieme all’amico Bates, per l’Amazzonia, dove trascorse circa 14 anni raccogliendo insetti da vendere in Europa a ricchi collezionisti. Qui cominciò a osservare che le specie presentano varietà differenti in varie località… Durante il viaggio di ritorno un incendio alla nave su cui viaggiava causò la perdita di gran parte del materiale raccolto e degli appunti presi.
In seguito Wallace si recò nell’arcipelago malese. Qui si ammalò e rimase bloccato a Ternate. Durante il periodo della malattia cominciò a scrivere un articolo in cui faceva delle riflessioni basate su un saggio di Malthus (Saggio sul principio di popolazione) e sulle sue osservazioni.
Nel 1856 Wallace, che nel 1855 aveva già pubblicato un saggio dal titolo Sulla legge che ha regolato la comparsa di nuove specie, cominciò una corrispondenza con il ben più famoso Charles Darwin in Inghilterra. Darwin all’epoca non aveva ancora pubblicato nulla sulla teoria dell’evoluzione, ma aveva già cominciato, in privato, a lavorarci.
Ricevuto il manoscritto di Wallace, con la richiesta di presentarlo alla Società Linneana, notò con sconcerto che conteneva delle idee molto simili a quelle su cui stava lavorando lui stesso. Gli amici Joseph Hooker e Charles Lyell, che erano al corrente del suo lavoro, gli consigliarono di far uscire, contemporaneamente, una nota congiunta.
Questa uscì col titolo Sulla tendenza delle specie a formare varietà e sulla conservazione delle varietà e specie a causa della selezione naturale. Seguiva il saggio di Wallace Sulla tendenza delle varietà a separarsi indefinitivamente dal tipo originale.
L’anno seguente Darwin faceva uscire un “riassunto” del libro a cui stava lavorando: è l’Origine delle specie che conosciamo. Wallace passò in secondo piano.
Kutschera (2003) ha identificato sei differenze tra le visioni di Darwin e quelle di Wallace contenute nel lavoro del 1858.
1. Darwin costruiva la sua argomentazione basandosi sul parallelo tra variazione nelle specie domestiche e nelle specie selvatiche; Wallace, al contrario, riteneva che le specie domestiche rappresentassero un caso anormale e che non fossero utilizzabili come modello di riferimento.
2. Wallace parlando di lotta per l’esistenza si riferisce unicamente agli animali (vertebrati e insetti) mentre Darwin si riferiva esplicitamente anche alle piante e a tutti gli organismi.
3. Per Darwin particolare enfasi veniva assunta dalla competizione tra individui della stessa specie, per Wallace invece assumeva maggiore importanza la competizione degli animali in relazione all’ambiente (organico o inorganico) e la competizione tra specie differenti
4. Wallace rifiutò sempre il lamarckismo (ereditarietà dei caratteri acquisiti) mentre Darwin lo accettò.
5. Darwin diede risalto al fattore tempo, alla lunghezza del tempo geologico e al gran numero di generazioni che si erano succedute, Wallace non lo menziona affatto.
6. Darwin considerò anche la competizione tra maschi e femmine (selezione sessuale), Wallace non la considerò affatto.
Una delle maggiori divergenze fu riguardo l’insorgere dell’intelletto umano: là dove Darwin ipotizzava una origine per selezione naturale, Wallace, che si attestava su una posizione più spiritualista, non accettava tale ipotesi.
Inoltre, mentre Darwin non diede mai una precisa definizione di specie e varietà, a Wallace dobbiamo invece una chiara definizione di specie: “Una specie è un gruppo di organismi viventi separati da tutti gli altri gruppi da un insieme di caratteri distintivi, avente relazioni con l’ambiente non identiche a quelle degli altri gruppi di organismi, e capacità di riprodursi tra loro” (Wallace, 1895).
Wallace si occupò con successo anche di biogeografia, la scienza che si occupa della distribuzione geografica delle specie, e identificò quella che oggi è conosciuta come linea di Wallace: una linea immaginaria che separa la fauna asiatica da quella australiana.
Wallace fece l’insegnante per potersi mantenere e poter portare avanti le sue importanti ricerche.
Morì il 7 novembre 1913, alla veneranda età di 90 anni.
Per approfondire:
http://wallacefund.info/
Ghiselin M.T. (a cura di) 2008 Darwin C., Wallace A.R. 1858 On the tendency of species to form varieties, and on the perpetuation of varieties and species by natural means of selection. California Academy of Sciences. San Francisco, California.
Gould S.J. 1994 La selezione naturale e il cervello umano. La posizione di Darwin e quella di Wallace. In: Il pollice del panda. Pp. 39-50. Anabasi.
Gould S.J. 2000 Un famoso secondo prevede il futuro. In: Le pietre false di Marrakech. Pp. 251-269. Il Saggiatore.
Hernandez A.B., Bousquets J.L. 2004 L’evoluzione di un evoluzionista. Alfred Russel Wallace e la geografia della vita. Bollati Boringhieri.
Kutschera J. 2003 A comparative analisys of the Darwin-Wallace papers and the development of the concept of natural selection. Thery Biosci. 122: 343-359.
Lloyd D., Wimpenny J., Venables A. 2010 Alfred Russel Wallace deserves better. J. Biosci. 35 (3): 339-349.
Mallet J. 2009 Alfred Russel Wallace and the darwinian species concept: his paper on the swallowtail butterflies (Papilionidae) of 1865. Gayana 73(2): 35-47.