Davide Bertè 27 novembre 2011
Come in ambito paleontologico si classificano le forme viventi in base alla loro morfologia, così in archeologia, pur con le limitazioni del caso, si classificano i manufatti in base alla loro forma e li si pone entro determinati “tipi”. La tipologia litica è la scienza che permette di riconoscere, definire e classificare la diversa varietà di utensili che si rinvengono nei giacimenti (Bordes, 1961).
Primo teorico di questo approccio fu lo studioso americano O. Montelius, che rilevó che la forma dei manufatti cambia (si evolve, nel nostro parallelo biologico) nel tempo e che quindi può essere utilizzata per datare sequenze stratigrafiche (come lo sono i fossili guida in paleontologia). Già nel 1819 Thomsen aveva proposto una suddivisione in tre etá: Età della pietra, Età del bronzo, Età del ferro. L’Età della pietra venne in seguito suddivisa da Lubbock (1865) in Età della pietra scheggiata o Paleolitico e Età della pietra levigata o Neolitico. Attualmente le suddivisione dell’Età della pietra sono: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico.
Bisogna precisare, quindi, che le diverse età cominciano in periodi differenti nelle diverse aree geografiche (a seconda di quando è stata adottata una tecnologia) e che le industrie litiche non sono legate a una particolare specie (ad es. un reperto musteriano potrebbe essere stato prodotto tanto da un uomo di Neandertal che da un Homo sapiens).
Nel Paleolitico abbiamo le seguenti industrie litiche: Olduvaiano; Acheuleano; Musteriano, Castelperroniano e Uluzziano; Protoaurignaziano; Aurignaziano classico; Aurignaziano tardo; Gravettiano antico; Gravettiano evoluto; Solutreano; Maddaleniano; Aziliano. Nei lavori più recenti è in uso una nuova terminologia, che cerca di mettere in evidenza il fatto che le industrie non sono in relazione con le specie che le hanno prodotte: modo 0 in luogo di preolduvaiano; modo 1 invece di Olduvaiano, modo 2 al posto di Acheuleano; modo 3 invece di Musteriano.
Il Paleolitico è diviso in: inferiore, medio e superiore.
Il Paleolitico inferiore comincia con i primi semplici strumenti (un tempo detti chopper) risalenti a 2.5 Ma fa e rinvenuti nel sito di Kada Gona in Etiopia. I ritrovamenti a Dmanisi (Georgia) dei resti del cosiddetto Homo georgicus (datato a circa 1.8 Ma fa) ci mostra che la prima uscita dall’Africa avvenne con strumenti olduvaiani. L’Acheuleano (che deve il nome ai ritrovamenti di Mortillet a Saint Acheul nel 1872) vede la bifacciali, hachereaux e bolas. Il sito più antico è Ubeidiya (Israele) datato a 1.4-1.2 Ma.
Il Paleolitico medio comincia circa 300 ka fa con il Musteriano (dal sito di le Mustier in Dordogna). Tipico di questa industria è la diffusione dello sfruttamento del nucleo secondo il metodo levallois che permette un migliore sfruttamento della materia prima e la creazione di schegge fortemente predeterminate.
Il Paleolitico superiore vede una maggiore differenziazione dei supporti e della morfologia e dimensione degli strumenti. Compaiono in questo periodo lame e lamelle (schegge con un lato che superi l’altro in lunghezza del doppio).
Nel Mesolitico le industrie litiche sono Sauveterriano e Castelnoviano nel sud e complesso di Beuron-Coincy e di Montbani nel nord. Durante il Mesolitico si afferma inoltre il cosiddetto microlitismo: schegge di selce molto piccole dette armature che venivano montate in serie su supporti di legno e fissati con resine.
Con il Neolitico la situazione si fa invece molto complessa, con una pletora di complessi che si sviluppano rapidamente e si differenziano localmente. Famose sono le asce di pietra levigata, che avevano spesso anche funzione simbolico-rituale. Durante questo periodo si ha la diffusione dell’agricoltura, la domesticazione degli animali e i primi oggetti di terracotta. Per una trattazione di questo periodo vi rimando a testi specialistici.
Ciao Ste, questo articolo mi è stato utile per il mio nuovo libro… Sto infatti ricostruendo la storia delle Valli del Natisone e dovevo fare un breve cenno alla preistoria di questo territorio. Sulle varie fonti da cui attingo si parla di numerosi ritrovamenti, ma non è spiegata, ovviamente, la suddivisione delle età della pietra (perché si presume che il lettore la conosca). Così dopo aver letto questo articolo mi è tutto più chiaro. Grazie. Ovviamente Scienza Facile è inserito in bibliografia….
Grazie mille Toso!!! E un grazie sincero a Davide che con grande competenza ha raccolto questi dati e li ha riassunti nell’articolo per scienzafacile. Ti chiedo se, gentilmente, citando scienzafacile puoi anche fare il nome e cognome di chi ha scritto l’articolo! Ti ringrazio anticipatamente! Ste!
PS Ovviamente aspetto l’uscita del tuo nuovo capolavoro per leggerlo con interesse!
La curiosità è il primo gradino dell’intelligenza.Grazie per gli stimoli che seminate con le vostre opere, la cultura diventa un piacere.
Grazie a te Attilio che ci dai una motivazione in più per continuare a lavorare!
A presto e continua a seguirci.
Stefano
Vale la pena ricordare l’importanza della distinzione tra tecnica e metodo. La tecnica mi dice con cosa lavoro la pietra (es: percussore duro, tenero, organico); il metodo è come decido di far procedere il lavoro (es: metodo levallois). Ne consegue che a una tecnica possono essere associati più metodi.